{{IMG_SX}}Rossano (Cosenza), 28 marzo 2008 - Una violenza "selvaggia e brutale" nei confronti di tre bambine, figlie della convivente, accertate dopo alcune segnalazioni a Telefono azzurro e una serie di indagini e di riscontri. Per questo è finito in carcere un trentatreenne residente a Cariati, nel cosentino, rintracciato a Piacenza dagli agenti della polizia inviati della Procura di Rossano, su disposizione del pm Notaro.

 

Dopo le segnalazioni e le indagini avviate dalla polizia, anche le bambine, ascoltate con l'ausilio di un psicologo, hanno confermato le violenze che l'uomo avrebbe fatto nei loro confronti. Un quadro agghiacciante, dal quale sono emersi i comportamenti vessatori nei confronti delle piccole. La più piccola, di appena 2 anni, avrebbe subito le violenze peggiori, al punto da essere definite "animalesche" dagli investigatori.

 

La bimba sarebbe stata aggredita anche con la cinta dei pantaloni, che le avrebbe provocato ematomi in varie parti del corpo. Il tutto, secondo le indagini, alla presenza della madre, che non avrebbe fatto nulla per evitare le aggressioni.

 

La vicenda dai contorni drammatici si sarebbe svolta in un ambiente familiare che gli investigatori considerano molto precario, dove sarebbe regnato un significativo degrado sociale, caratterizzato da forti e costanti stravolgimenti morali, affettivi e relazionali, oltre che da un clima di costante conflittualità tra i due conviventi.

 

L'unica colpa che avrebbe avuto, in particolare, la bambina sarebbe stata quella di essere la figlia che la donna aveva avuto in una precedente relazione. Nel corso delle indagini, la bambina era stata allontanata da questo contesto familiare e affidata al padre naturale, mentre ora l'attività investigativa prosegue per verificare tutto ciò che è accaduto tra le mura domestiche dove, tra l'altro, in passato, Siciliano era già stato denunciato per maltrattamenti in famiglia e reati dallo sfondo sessuale.