{{IMG_SX}}Roma, 18 marzo 2008  -  Addio privacy alle coppie in macchina: l'investigatore privato può intercettare chi siede in auto che si trova per la strada. Infatti, nessuna norma vieta agli 007 dei coniugi traditi tali intercettazioni.


A denunciare il vuoto legislativo è la Cassazione che, con la sentenza 12042 di oggi, ha confermato il non doversi procedere emesso dal gup di Brescia (perché i fatti non sono previsti dalla legge come reato) nei confronti di 21 investigatori privati che avevano installato apparati di intercettazione ambientale di conversazioni tra presenti in autovetture private.

Contro la decisione del giudice di Brescia ha proposto ricorso in Cassazione la Procura della città sostenendo che il comportamento degli investigatori violasse la privacy degli intercettati. La V Sezione Penale della Suprema Corte ha respinto tale teoria precisando che "la riservatezza di notizie e immagini che si rapporta all'ambiente è tutelata nell'articolo 615 bis del Codice penale". La disposizione di questo articolo, ha spiegato il collegio di legittimità, tutela esclusivamente alcuni luoghi specificamente indicati e cioè l'abitazione o la privata dimora.

"L'autovettura - ha messo nero su bianco la Cassazione - che si trova in una pubblica via non è ritenuta luogo di privata dimora", e per questo non merita la tutela. Insomma, si legge in fondo alla sentenza, "nessuna norma incriminatrice tutela la riservatezza delle persone che si trovino in autovettura privata sulla pubblica via".