{{IMG_SX}}Roma, 20 febbraio 2008 - "Le maestre sono cattive perché dicevano cose brutte ai bambini, me lo ha detto la mamma". Sono una sorpresa di certo negativa per l'accusa le dichiarazioni, rese in incidente probatorio da una bambina di poco più di 5 anni, registrate oggi davanti al gip di Tivoli, nell'ambito dell'inchiesta su una serie di abusi e violenze sessuali che sarebbero state compiute a Rignano Flaminio.

 

La piccola ha deposto per oltre un'ora e mezza, ma ha smentito di essere stata vittima di abusi. "Io non c'ero - ha continuato, rispondendo alla perita nominata dal tribunale - Non sono mai uscita dalla scuola. Io non ho mai partecipato a gite. Dei giochi me ne hanno parlato gli altri bimbi". Alla richiesta di chiarire come la madre avesse saputo la bimba, candidamente, ha risposto: "Alla mamma l'ha detto la mamma di un altro bambino".

 

Davanti al giudice Elvira Tamburelli, si è tenuta una nuova udienza dell'inchiesta che coinvolge 4 maestre (Patrizia Del Meglio, Assunta Pisani, Silvana Candida Magalotti, Marisa Pucci) ed una bidella (Cristina Lunerti) che era in servizio nella scuola materna 'Olga Rovere', il marito di una delle insegnanti (l'autore tv Gianfranco Scancarello) e un immigrato dello Sri Lanka che lavorava ad un distributore dei benzina (Kelum Weramuni De Silva).

 

I difensori fanno osservare che per la prima volta, in incidente probatorio, una "presunta vittima" degli indagati ha smentito le accuse. La deposizione di oggi è stata la sesta. Sinora, tutti gli altri piccoli ascoltati, avevano sostanzialmente ripetuto di essere stati oggetto di "giochi brutti". Nel pomeriggio viene ascoltato un altro piccolo. "La bimba ha risposto in modo innocente, spontaneo. Significa che gli altri hanno detto la verità", provano a frenare l'impatto delle dichiarazioni di oggi gli avvocati di parte civile.

 

Differente la lettura che viene data dai difensori. "Oggi c'è la conferma dell'inconsistenza del quadro accusatorio, come affermavamo da tempo", ha detto l'avvocato Domenico Naccari, difensore di De Silva.

 

"Escludiamo che la bambina sia stata sottoposta a qualsiasi forma di induzione. Riteniamo che la piccola abbia risposto in questo modo come forma di difesa, in sostanza è stato un suo meccanismo. Non c'è alcuna svolta. La bambina cerca di evitare qualsiasi domanda e risposta sull'argomento e per questo riferisce di aver appreso tutto dalla mamma per evitare altri approfondimenti. Del resto anche in passato, durante gli incontri con i periti, la piccola ha messo in atto questo comportamento difensivo evitando di riferire episodi specifici". Così afferma l'avvocato Mirko Mariani, parte civile nel procedimento su una serie di presunti abusi e violenze sessuali avvenuti a Rignano Flaminio. Il legale è difensore di fiducia dei genitori della piccola che stamane ha testimoniato in incidente probatorio davanti al gip di Tivoli, Elvira Tamburelli.

 

La bimba ha riferito che la madre le ha parlato di violenze. L'avvocato Mariani sottolinea invece: "Non dobbiamo comunque dimenticarci che la bimba è risultata positiva alle benzodiazepine dopo l'analisi tossicologica effettuata sui capelli". Sulla stessa linea i legali Antonio Cardamone e Franco Merlino, che spiegano: "Il fatto che la madre della piccola che è stata sentita oggi le avesse parlato, era circostanza già nota.

 

Già nella perizia si ricavava questo dato. La stessa denuncia, tra tutte quelle degli altri genitori è quella più indiretta, in cui sono più presenti i sentito dire. A nostro avviso comunque anche dalla testimonianza di stamane vi è la conferma della sincerità e della realtà dei racconti fatti dai bimbi".

 

I due penalisti sottolineano poi che se si fosse assistito sinora al frutto di una serie di "induzioni e suggestioni", non c'era motivo che la lezione non dovesse esser ripetuta. Confermano la sincerità di tutti i piccoli, anche le parole della bimba ascoltata per circa due ore dal gip Tamburelli nel pomeriggio. Lei, tra le più piccole di quelle previste nell'incidente probatorio, ha richiamato al fatto che i piccoli della scuola 'Olga Rovere' venivano portati da una "scuola brutta" ad una "bella", e che dovevano "prendere le medicine" e "farsi fare le punture".