{{IMG_SX}}Roma, 9 febbraio 2008 - Addio alle prostitute da marciapiede sottoproletarie, old style e incolte. Ora si fanno largo le "squillo digitali". La conferma arriva da uno studio condotto dall'Associazione Sessuologi su un campione di 386 giovani prostitute a domicilio, contattate telefonicamente in forma anonima. Spesso laureate (una su quattro, poco meno delle diplomate, che rappresentano il 34% del totale), talvolta poliglotte (l'11% dichiara di parlare correntemente una lingua straniera), sono sempre più delle entraineuse a trecentosessanta gradi. Non solo.

 

L'identikit delle prostitute di nuova generazione annovera anche una rivoluzione negli orari di lavoro. Solo il 16% del panel preferisce, infatti, esercitare la sera, mentre il 26% sceglie di dedicarsi ai clienti nella più proficua pausa pranzo, ovvero tra le 13 e le 15. Un restante 43% distribuisce le proprie fatiche durante varie fasce del giorno.

 

Risultato? Più soldi per sè e più tempo libero da dedicare al proprio spirito. Sempre più colte (si pensi che il 17% dichiara di "fare la vita" per pagarsi gli studi), le prostitute per scelta sfatano il mito della bella senza cervello. Anzi, la maggior parte dei casi studiati ammette di leggere tra i 5 e i 6 libri all'anno (sono, per la precisione, il 29% del totale, dato significativo se si pensa che, negli ultimi 12 mesi, il 62% degli adulti italiani hanno ammesso di non aver letto neppure un libro; fonte: rilevazione Mondadori-Ipsos dell'ottobre 2007) e almeno un quotidiano al giorno (38%).

 

Il fatto di aver ormai del tutto abbandonato la strada, insomma, facilita la fruizione dei mezzi di comunicazione da parte delle prostitute. Ecco, quindi, che le nuove leve non sono affatto digiune di Internet (ben il 32% del campione si collegano alla Rete almeno tre volte al giorno per le più svariate esigenze) e, soprattutto, guardano molta tv (almeno 2 ore al giorno per il 37%). I programmi preferiti dalle squillo moderne? Non certo reality show come "Grande Fratello", giudicato volgare dal 57% del campione, o "Amici" bollato come "illusorio" dal 33% del campione o altri prodotti riconducibili al filone del trash, bensì trasmissioni impegnate e di approfondimento per meglio comprendere la società che le circonda, tant'è che promuovono a pieni voti "Porta a Porta", campione d'ascolti della seconda serata di RaiUno, in cima alle preferenze del 23% delle interpellate, forse anche in virtù della trasversalità dei temi trattati nel salotto di Bruno Vespa.

 

Ma le squillo apprezzano anche "La Storia siamo noi" (18%) di Giovanni Minoli. Segue a ruota un altro talk show di successo, "Le Invasioni Barbariche", punta di diamante de La7, al top delle scelte del 14%, che trova estremamente accattivanti le argute interviste di Daria Bignardi. I programmi del piccolo schermo che piacciono maggiormente alle prostitute "casalinghe", insomma, sono quelli serali di informazione e satira, come "AnnoZero" (RaiDue) di Michele Santoro (12%), e "Striscia la notizia" (Canale 5), con il suo mattatore indiscusso Ezio Greggio (12%). Riscuotono un buon seguito anche "Che tempo che fa" (9%) e "Ballarò" (7%), entrambi in onda sulla terza rete Rai.

 

Ma come si concilia la visione di "Porta a Porta" e di altri analoghi talk show con gli orari di punta in cui le prostitute esercitano la loro attività? Semplicemente le "belle di notte" sono andate in pensione e il mestiere più vecchio del mondo si pratica sempre più alla luce del sole. Lo studio condotto dell'Associazione Sessuologi sul campione di prostitute "casalinghe" individuato dopo aver letto i loro annunci pubblicati su quotidiani e portali web rivela che il periodo della giornata in cui si concentrano maggiormente gli appuntamenti a luci rosse non è più la notte (10%), ma nemmeno la sera (16%), che restano appannaggio quasi esclusivo delle %lucciole% da marciapiede.

 

Le "belle di giorno" regalano piacere mordi e fuggi a pagamento soprattutto durante la pausa pranzo (26%) o, al massimo, nel pomeriggio (22%), quando ai loro clienti è più facile allontanarsi dal lavoro con un permesso e concedersi un break rilassante. Ma che profilo hanno queste donne? Si tratta, in sostanza, di prostitute per scelta. Un significativo 35% delle intervistate, infatti, si dicono soddisfatte di questo tipo di lavoro. Il 43% giudica comunque la scelta professionale "temporanea".

 

Sorprende anche il dato relativo al tempo che le "lucciole domestiche" vi dedicano. Tra le 3 ore (21%) e le 4 ore (17%) le opzioni più gettonate nelle risposte, ma molte di più (23) sono le donne che hanno dichiarato di non avere un orario fisso.

 

Ma perchè sempre più donne si prostituiscono in casa? L'indagine rivela che, nella maggior parte dei casi, la scelta è dettata da ragioni di sicurezza. Il 24% delle interpellate, infatti, ha ammesso che esercitare in strada è troppo pericoloso. Per una donna su quattro, invece, a fare da pungolo sono per lo più motivazioni di ordine economico, se si tiene conto che il 17% dichiara di prostituirsi per pagarsi gli studi e il 9% per estinguere mutui o debiti contratti prima di divorziare. Solo il 5% ha risposto di fare la vita per pagarsi gli sfizi. Un elitario 2%, proprio come in "Bella di giorno" di Bunuel, lo fa per uscire dalla routine.

 

Il nucleo più consistente delle prostitute a tempo parziale, insomma, è rappresentato per lo più da studentesse, meglio se fuorisede. Questo è quanto riportato sulle carte d'identità del 27% delle intervistate, che trascorrono gran parte della giornata all'università e, avendo più dimestichezza con Internet, si avvalgono principalmente di questo mezzo per procacciarsi clienti da invitare a casa una volta chiusi i libri.
Seguono, a ruota, le casalinghe (18%), che possono scegliere l'orario a loro più congeniale per consumare i rapporti clandestini. Non manca chi fa lavori part-time e pensa di arrotondare lo stipendio offrendo prestazioni sessuali a pagamento tra le mura di casa propria, tra un turno e l'altro. Le più attive in tal senso? Sicuramente le operatrici dei call center (14%). Si difendono bene anche le operaie (12%) e le impiegate (11%).

 

Se la strada (vi lavora il 65% delle circa 70.000 persone che in Italia si prostituiscono fonte: Forum Internazionale ed Europeo di ricerche sull'immigrazione, 14 maggio 2005) resta il luogo privilegiato per il sesso a pagamento, è anche vero che la tranquillità delle mura domestiche fa sempre più proseliti.

 

L'inasprimento delle sanzioni per chi esercita il mestiere più antico del mondo e il giro di vite delle forze dell'ordine c'entrano sì, ma fino a un certo punto. Infatti le prostitute "casalinghe", che rappresentano ormai il 50% del mercato, non sono le immigrate, ridotte in schiavitù e costrette a vendere il proprio corpo perchè prive di alternative, bensì donne per lo più italiane, magari impegnate e culturalmente preparate, che vendono le loro grazie in Internet (l'Italia, con 2 milioni e 353 mila visitatori di siti erotici, è al quarto posto in Europa; fonte: Rainews.it, Agosto 2002) e accolgono i clienti nei ritagli di tempo per avere una ulteriore fonte di reddito.