{{IMG_SX}}Como, 11 febbraio 2008 - E' ripreso questa mattina alle nove in Corte d'Assise a Como il processo nei confronti di Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, i due coniugi accusati della strage di Erba. Dodici saranno i testimoni convocati dal Pubblico Ministero Massimo Astori: alcuni carabinieri impegnati nelle indagini, quattro amici e ospiti di Raffaella Castagna che nell'agosto 2001 assistettero a una delle tante liti tra la vittima e gli imputati.

 Ci saranno gli agenti della Polizia Locale di Canzo che nel gennaio 2006 identificarono i due coniugi come coloro che pedinavano Raffaella durante i suoi spostamenti da Erba a Magreglio dove si recava presso 'Villa Cuzzì per prestare la sua opera di volontariato. Atteso anche l'esperto della scientifica dei carabinieri che rilevò la traccia ematica sull'auto di Olindo e identificata poi dai genisti dell'Università di Pavia come sangue appartenente a Valeria Cherubini, una delle quattro vittime.

 

OLINDO: "PAGHEREMO DINNANZI A DIO

"Dinnanzi a Dio pagheremo per i nostri peccati spirituali, dinnanzi agli uomini pagheremo per i loro peccati terreni, noi uniti nel nostro amore pagheremo due volte. Questa è la mia, la nostra profezia. Olindo e Rosa uniti per l'infinito". Così scrive in uno dei sui 'pizzinì Olindo Romano, che giorno per giorno ha annotato il lento trascorrere delle ore da detenuto della cella n. 1, "reparto osservazione, sorvegliato a vista".

 

Inizia il giorno stesso in cui, nell'aprile scorso, il cappellano del 'Bassonè, don Giovanni Milani, gli regala la Bibbia. L'ex netturbino pensa a suo padre morto prima di tornare a rivolgere la parola al figlio. "Ciao papà, tu mi vedi, io lo so... Guarda che fine abbiamo fatto, ti chiediamo scusa, accettale con amicizia con affetto da Olindo e Rosa. Ci manchi". Tra i tanti scritti l'imputato, con la moglie Angela Rosa Bazzi al processo per la strage di Erba, esprime il desiderio che il cappello alpino sia dato alla madre.

 

In tutto un centinaio di pagine sequestrate dalla Procura lariana, la metà ritenute interessanti ai fini processuali. C'è davvero di tutto: dalla locandina de 'La resa dei contì, vecchio film del 1967 con Lee Van Cleff, alle innumerevoli dichiarazioni di amore eterno per la sua "dolce anatroccola che sguazzavi libera". Verso "la mia perla, unica amica e amore della mia vita".

 In quei fogli l'uomo ripercorre fantasie, fantasmi e incubi che lo accompagnano da un anno. Tra un'annotazione sulle vittorie di Raikkonen in Ferrari e di Casey Stoner in sella alla Ducati, e un commento sui programmi televisivi che parlano del massacro di via Diaz (in particolare Matrix) non dimentica che "bisogna trovare una avvocatessa amica per mia moglie" e che necessita "chiedere al giudice l'autorizzazione a farsi assistere dal punto di vista economico finanziario da una persona di fiducia".

 Tra un insulto alla famiglia Castagna e a "quegli sbirri di mà" cita passaggi in latino di Sant'Agostino e spera di tornare alla sua quotidianità di spazzino in giro per le strade dell'Erbese.