{{IMG_SX}}Napoli, 7 febbraio 2008 - La squadra mobile della questura di Napoli ha arrestato Vincenzo Licciardi, reggente dell'omonimo clan dell'area nord di Secondigliano a capo del cartello della cosiddetta alleanza di Secondigliano. L'uomo era latitante da lungo tempo e inserito nella lista dei 30 più pericolosi latitanti italiani.

Vincenzo Licciardi è stato catturato in una abitazione a Cuma. L'arresto è stato eseguito dalla mobile di Napoli in collaborazione con lo Sco della Polizia.

 

LA SUA REAZIONE

"Non fate c..., sto con mia moglie", così il boss Vincenzo Licciardi, si è rivolto ai poliziotti della Sezione Catturandi della Squadra Mobile diretti da Cristiana Mammara che, questa mattina alle 4, hanno bussato alla porta di una villetta con giardino alla perifia di Cuma per arrestarlo dopo tre anni di intense ricerche e almeno tre tentativi falliti all'ultimo minuto. Licciardi era in compagnia della moglie Rosaria Iodice, che spesso passava lunghi periodi con lui. A fornirgli appoggio dicono gli investigatori una coppia denunciata per favoreggiamento di persone a lui parenti.


Licciardi usava quell'abitazione come rifugio da tre o quattro mesi, e in questi anni si era recato anche all'estero, Portagallo, Francia e Spagna, accompagnato da persone di sua fiducia per tenere i contatti con la rete di «Magliari», cioè i contrabbandieri internazionali di merci che utilizzano dagli anni '70 e le rotte e le strutture logistiche del contrabbando di droga e armi per fare affari.

 

 Nell'abitazione sono stati trovati anche «pizzini», cioè i bigliettini con i quali il boss comunica. Si tratta, sottolinea il pm Barbara Sargenti che ha coordinato le indagini, per lo più di biglietti con messaggi personali, rivolti soprattutto anche a familiari. Il boss non utilizzava il telefono e provvedeva da solo a se stesso, anche se poteva contare sulla coppia denunciata per favoreggiamento.

 

CHI E' IL BOSS

Vincenzo Licciardi, 42 anni, latitante dal 2004 e dal 2005 ricercato anche in base a un mandato internazionale di cattura, è reggente dell'omonimo clan dal 1994, anno della morte per malattia del fratello Gennaro, capo del clan, nel penitenziario di Voghera.

Ai vertici della 'famiglià di camorra ci sono anche i fratelli Pietro e Maria, arrestata nel 2001, ma Vincenzo per gli investigatori, in base a intercettazioni, lettere da lui scritte quando detenuto e rivelazioni di pentiti, è il superboss. Il clan, egemone nei quartieri napoletani di Secondigliano (dove la famiglia risiede), Scampia, Chiaiano, Miano e San Pietro a Patierno, ha la fonte principale di guadagno nel traffico di droga, ma anche nel racket ai danni di commercianti.

Tra i suoi alleati ci sono i Contini e i Mallardo, nonchè a fasi alterne i Lo Russo, e con questi altri tre clan negli anni '90 i Licciardi costituirono il cartello della "Alleanza di Secondigliano" per gestire meglio il traffico di droga e lo spaccio.