Roma, 7 dicembre 2007  - Confermare il carcere a vita per Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, ritenuti responsabili dell'omicidio del professor Marco Biagi, ucciso dalle nuove brigate rosse il 19 marzo del 2002.

 

È quanto ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione Alfredo Montagna ai giudici della quinta sezione penale della suprema corte.

 

Per l'omicidio del giuslavorista, la corte d'assise d'appello di Bologna aveva condannato, il 6 dicembre dello scorso anno, alla pena dell'ergastolo anche Nadia Lioce, considerata leader dell'associazione eversiva, la quale non ha impugnato la sentenza in cassazione.

 

Annullamento con rinvio della sentenza con cui la corte d'assise d'appello di Bologna, il 6 dicembre 2006, condannò Diana Blefari Melazzi all'ergastolo per l'omicidio del professor Marco Biagi.

 

È quanto ha sollecitato il sostituto procuratore generale della cassazione Alfredo Montagna, ritenendo non sufficienti gli indizi a carico della brigatista in relazione alla sua partecipazione al delitto, avvenuto a Bologna il 19 marzo del 2002.

 

 

Non ha diritto alle attenuanti generiche Simone Boccaccini, ritenuto dagli inquirenti tra i responsabili dell'omicidio del professor Marco Biagi. È questo il parere del sostituto procuratore generale della Cassazione, Alfredo Montagna, che, nella sua requisitoria davanti ai giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte, ha chiesto nei confronti dell'imputato un nuovo processo d'appello.

 

Boccaccini, infatti, in secondo grado era stato condannato a 21 anni di reclusione, a fronte dell'ergastolo che gli era invece stato inflitto dal tribunale di Bologna. La Corte d'assise d'appello del capoluogo emiliano, il 6 dicembre dello scorso anno, gli aveva infatti concesso le attenuanti generiche. Contro tale decisione, ha presentato ricorso a 'Palazzacciò la Procura generale di Bologna. "Le generiche non possono essere concesse - ha rilevato il pg Montagna - l'apporto al delitto non si misura in termini percentuali".