Città del Vaticano, 13 novembre 2007 - LA CHIESA cattolica italiana aggiorna alcuni testi fra i più famosi e popolari. Il lavoro di esperti biblisti, liturgisti e musicisti, è durato anni e ora vedono la luce migliaia di cambiamenti, alcuni piccoli, di stile, altri più rilevanti, per rendere maggiormente comprensibili i testi delle letture durante la liturgia, curando il ritmo delle frasi e eliminando termini ormai arcaici. Ne ha parlato ieri il segretario generale della Cei, Giuseppe Betori, presentando il nuovo Lezionario festivo e domenicale, in tre volumi, che entrerà in vigore il prossimo Avvento e che sarà obbligatorio dal 2010.

GLI ESEMPI più ‘clamorosi’ riguardano l’Annunciazione, così come la racconta l’evangelista Luca, dove anziché l’Ave piena di grazia d’ora in poi si leggerà Rallegrati o piena di grazia. Mentre l’ultimo versetto del Padre Nostro (per esempio nel Vangelo di Matteo), cambia da e non ci indurre in tentazione a e non abbandonarci alla tentazione. Le preghiere rimangono per ora inalterate, cambierà solo il testo dei Vangeli.
Ma non basta. Perché anche lo Spirito Santo che Gesù promette di mandare dopo il ritorno al Padre vede cambiare il termine Consolatore in Paràclito, che risulta più ricco teologicamente.

IL FAMOSO versetto di Luca non si può servire Dio e Mammona, diventa non si può servire Dio e la ricchezza, termine senz’altro più comprensibile, che oltretutto dal contesto assume il chiaro significato di «ricchezza ingiusta». Quando Matteo riporta il mandato di Gesù ad ammaestrare tutte le Nazioni, ora ci sarà fate discepoli tutti i Popoli. Nel caso di buon ladrone, invece, si è preferito lasciare quel termine, anche se forse — dice Betori — si poteva usare il più comune brigante.
Dopotutto — aggiunge — «non c’è niente di più opinabile di una traduzione, e per questo chiediamo un po’ di benevolenza nell’accoglienza».

ANCHE il Primo Testamento vede l’aggiornamento di alcuni termini, che i biblisti già da tempo segnalavano. Nel brano di Elia che sente la presenza di Dio nel leggero venticello anziché nel fuoco o nel terremoto, il termine mormorìo viene reso col più profondo e intrigante sussurro di brezza leggera. I cembali e timpani con cui Davide e gli israeliti si accompagnano nella danza, diventano cimbali e tamburelli. Il lavoro di adeguamento linguistico si pone nella scia della riforma liturgica di Paolo VI, su cui è intervenuto anche Giovanni Paolo II con la pubblicazione del ‘Nova Vulgata’ del 1986.

IL GRUPPO di specialisti si è riunito dal 1988 al 2000, poi il testo è stato spedito a tutti i vescovi italiani; su 249, 218 hanno risposto; 168 i ‘placet’, 47 ‘placet iuxta modum’ e tre schede bianche; nessun voto contrario. Sono stati proposti 1321 emendamenti e 1000 osservazioni; i due terzi sono stati accolti. Il nuovo testo del 2002 ha visto tutti i vescovi d’accordo, tranne uno. Nel luglio 2006, il via libera da Benedetto XVI.
IL NUOVO Lezionario è arricchito da opere artistiche; la copertina di Mimmo Paladino raffigura un agnello su un libro e 7 sigilli (immagine dall’Apocalisse).