{{IMG_SX}}Siena, 19 settembre 2007 -  «Non c'è alcuna iscrizione nel registro degli indagati dell'arcivescovo di Siena, Antonio Buoncristiani». Secca smentita, nel corso di una conferenza stampa, del sostituto procuratore della Repubblica di Siena, Nicola Marini a quanto pubblicato oggi da due quotidiani: il Corriere della Sera e La Stampa.

I due organi di informazione hanno parlato di un coinvolgimento del prelato nell'inchiesta relativa ad un incendio doloso, scoppiato nei locali della curia, nell'aprile del 2004, che vede coinvolto don Giuseppe Acampa, economo della curia, per il quale il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per incendio doloso e calunnia. L'udienza si terrà il prossimo 22 gennaio.

Marini ha inoltre aggiunto che «è falso parlare di festini a luci rosse», puntualizzando che non esistono collegamenti con le vicende fiorentine. Di più il magistrato non ha voluto dire riguardo l'inchiesta di cui è titolare. «Si soffia sul fuoco - ha però precisato - senza essere bene informati. Ho fatto questa affermazione perchè sono state dette cose false e io amo la verità», ha puntualizzato.


La delicata inchiesta che vede coinvolto don Giuseppe Acampa è partita dall'incendio dei locali della curia, nel quale sono andati distrutti documenti di cui non si conosce ufficialmente il contenuto. Per quell'episodio, in un primo momento, era stato indagato l'archivista professor Franco Nardi, che svolgeva il suo lavoro volontariamente. Le successive indagini hanno portato il procuratore a controllare la posizione di don Acampa, con la successiva richiesta di rinvio a giudizio e a scagionare il professor Nardi.

 

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