Giovedì 18 Aprile 2024

La rivolta degli schiavi

Sono schiavi della Rete, non possono farne a meno ma si dicono insoddisfatti. È un’ottima notizia. Se un numero crescente di giovanissimi navigatori inizia a considerare il virtuale un posto poco accogliente, è possibile che presto le regole saranno riscritte. Agli ‘amici’ verranno aggiunte le sottocategorie dei ruffiani e degli adulatori, ogni relazione fantomatica sarà sottoposta a periodico tagliando nel reale e al decimo ‘like’ bisognerà spedire un vassoio di paste. Così poco alla volta tutti torneranno alla vita. Non ha senso aspettarselo dai grandi. Chi è diventato vecchio su Facebook e oggi bara con le foto di dieci anni fa non tenta rivoluzioni. Ha trovato un palcoscenico, un pubblico: non importa se è tutto falso e gli applausi fuori tempo. I ragazzini invece potrebbero trasformare l’insoddisfazione in cambiamento, rimodellare l’estetica di certi rapporti superficiali in base alle necessità che nemmeno la schiavitù cancella. Lo psicologo Abraham Maslow fu il primo a fare una gerarchia dei bisogni fondamentali dell’uomo: bisogno di ricevere cure, di protezione, di appartenenza, di riconoscimento e di autorealizzazione. Di lì non si scappa, saltane uno dei cinque e finisci per zoppicare. Maslow è morto nel 1970 e non ha fatto in tempo a verificare che su questi fondamentali i social creano illusioni. Va bene il senso di appartenenza, la conferma di avere un Io decente. Ma la logica magica e pervertita di cancellare un’amicizia con un clic? O una personalità solo imbastita sul gradimento altrui? Lasciamo stare cura, sicurezza e protezione: c’è da stupirsi se dopo anni di rimbambimento i nuovi arrivati si sentono a disagio? Comincia quindi la rivolta degli schiavi, che però deve essere rapida e senza pietà. Sara Moruzzi, altra psicologa autrice del blog Mamme connesse, fa notare come fino a dieci anni fa gli stimoli principali per un neonato fossero la voce e il volto della madre, mentre oggi è lo schermo luminoso su cui la madre guarda mentre allatta. Se non viene fermato in tempo l’imprinting potrebbe essere irreversibile e fatale.