Giovedì 18 Aprile 2024

Un'Europa più debole

I contorcimento della politica britannica dimostrano quanto possa essere rischioso giocare alla democrazia diretta senza cautele. Il referendum fu promesso dall’allora premier Cameron nel 2015, quando sembrava certo che avrebbe prevalso l’intenzione di rimanere nella Ue. È stato poi vinto nel 2016 a larga maggioranza dai sostenitori della Brexit, molti dei quali abituati a considerare i vantaggi dell’adesione un fatto dovuto e a sovrastimare i margini di libertà riconquistabili uscendo.

Da allora i politici di governo e opposizione si dimenano intorno alle strategie per dare seguito a quel mandato, tutte piene di difetti. E ancora oggi nemmeno i meglio informati sanno come andrà a finire. Alcune alternative paiono però più plausibili di altre. La premier al momento rimane insostituibile. Perché mancano poco più di due mesi al giorno fissato per l’exit e perché, in base a una legge del 2011, il parlamento avrebbe solo due settimane, dopo averla sfiduciata, per scegliere un successore ed evitare elezioni anticipate.

Confermata una May sempre più fragile, ed escluso che la Ue possa concedere più di quanto ha già previsto l’accordo bocciato dalla Camera dei Comuni, piuttosto che andare dritti verso il burrone dell’uscita senza paracadute, è plausibile che si affermi l’ipotesi di un rinvio. La Corte di Giustizia europea ha già offerto il destro, sancendo che Londra può disattivare unilateralmente la procedura dell’articolo 50, così come unilateralmente l’aveva attivata. Si prenderà tempo, ma poi, di nuovo, riapparirà lo stesso dilemma diabolico che nessun leader sarà in grado di sciogliere.

Diventerà allora meno improbabile un secondo referendum, che ribalti il voto del Parlamento approvando l’accordo con l’Ue, oppure che ribalti il voto popolare del 2016, sempre che non vinca la posizione degli estremisti stravaganti alla Boris Johnson, favorevoli a uscire sbattendo la porta, a qualunque prezzo.

Comunque vada, la Ue ne risulterà indebolita. Trovare un nuovo equilibrio per rilanciarla, con o senza Gran Bretagna, sarà dura (Putin e Trump ringraziano). Ma neppure oltremanica ci saranno tanti motivi per esultare.