Martedì 23 Aprile 2024

Il nostro incubo

Thailandia, corsa contro il tempo per salvare i ragazzini intrappolati nella grotta (Ansa)

Thailandia, corsa contro il tempo per salvare i ragazzini intrappolati nella grotta (Ansa)

La grande attesa dei dodici ragazzini thailandesi sta a poco a poco assorbendo tutte le attese nascoste nelle nostre esistenze, proiettando nella loro aspettativa della luce molto buio delle nostre ansie più segrete. Così accade che, attratti dalla drammatica e mediatica vicenda, allentiamo la nostra coscienza dimenticandoci in qualche modo di noi stessi, spostando il baricentro del nostro io sulla loro età, sulla loro paura, sulla loro innocenza.

Quasi per miracolo, diventiamo quei dodici ragazzini, entriamo anche noi nella grotta, evadendo dal nostro quotidiano vissuto per vivere il loro incubo. Era una delle funzioni catartiche più vere della tragedia classica la vista di una tribolazione con grave rischio di morire, per riscoprire i valori della vita sopiti o dimenticati. In questo la televisione non fa che amplificare la platea di un teatro classico rendendo tutto il mondo spettatore. Ma è sottile l’opera di penetrazione nell’immaginario di questa avventura, sospesa fra la favola di Pollicino e le fatiche di Ercole. Nel nostro inconscio già ci accorgiamo di come sappia risvegliare il sentimento di genitorialità di uomini e donne.

Tutti diventiamo papà e mamma di questi dodici maschietti thailandesi che si sono perduti nel bosco come tanti bambini delle nostre favole. Sono dodici, un numero magico e sacrale che rinvia a una quantità di suggestivi significati, dai dodici Apostoli ai dodici mesi dell’anno, dalle dodici fatiche di Ercole ai dodici segni dello Zodiaco. Li guida e conforta un allenatore di calcio che vivrà il tormento indicibile del senso di colpa per averli portati dove non era affatto consigliabile andare. Meglio sospendere il giudizio su questo pover’uomo mentre tratteniamo il fiato per l’esito della grande attesa. Ma intanto assistiamo al consueto miracolo di vedere la ‘social catena’ umana stringersi fra gli esseri umani solo di fronte allo svelarsi del potere maligno della Natura. Ancora una volta sembra che il Bene torni ad affratellare gli uomini solo posti di fronte alla fragilità della loro arbitraria condizione di padroni di casa del cosmo. Siamo solo ospiti del cosmo che con una piccola manifestazione della sua forza endogena può annichilire la nostra superbia. Così come i topi nascosti in un palazzo - come ci ricorda un dialogo di Leopardi - credono che sia stato edificato per loro.