Venerdì 19 Aprile 2024

E adesso il sipario

La vicenda dei ragazzini ha avuto un tempo supplementare. Era ormai avvolta in una fitta cortina di silenzio, dopo aver tenuto il mondo col fiato sospeso per alcune settimane.

I dodici piccoli calciatori della Thailandia hanno usufruito d’un estremo guizzo di popolarità, presentati dalle autorità tutti insieme, onde impedire che i giornalisti e le tv si mettessero alla caccia di ognuno di loro, singolarmente. Occorreva garantire che lo stato di salute fisica e mentale fosse perfetto e nessuna smagliatura impedisse il lieto fine definitivo. Per la verità il mondo si era già abituato alla caduta mediatica di attenzione. Gli eroi della caverna avevano già pagato il debito del primato mediatico che consegue dopo tali eventi, con la rapidità dell’indifferenza in cui sono soliti sparire. Vogliamo dire la verità? Erano scampati alla fine tragica, non erano più così interessanti. Solo a prima vista, però. Siamo abituati alla mostruosa capacità di calamitare l’opinione pubblica che profuma le catastrofi possibili, di fronte a un mondo che pare trasformarsi in una platea immensa, dove la fa da padrona la grande prima attrice che è la morte. Il rischio della sua spettacolarità è nascosto in mille aspettative celate dietro gli agoni sportivi più pericolosi, come la boxe e i gran premi di formula uno. Da Edgar Morin siamo stati avvertiti che l’urlo di raccapriccio per l’incidente automobilistico, a Montecarlo o a Le Mans, rivela in realtà qualcosa di atteso, un brivido di piacere nascosto per qualcosa di inconsciamente previsto, che però insaporisce la gara. Non è stata forse la possibilità che i dodici ragazzini non uscissero vivi dalla grotta, ad accendere tanto gli animi della platea mondiale? A eccitare le troupe televisive di tante nazioni – e il nostro interesse di spettatori un po’ voyeur – golose di poter cogliere un attimo dell’epilogo? Ma ieri le cose hanno preso una piega mediatica diversa. I ragazzini, che fortunatamente tali sono, hanno scansato la coperta protettiva degli psicologi per raccontare – con clamorosa semplicità – la storia dei giorni che non scorderanno mai. Adesso sono finalmente liberi. E felici di aver voltato pagina. È l’ora del sipario.