Ben venga la web tax. Un oltraggio che non si può tollerare

I numeri hanno una loro forza che le parole possono rincorrere e accompagnare, ma non sostituire. Ebbene, il fisco italiano ha incassato "solo" 64 milioni di euro da 15 giganti globali del web e dei social con filiali nel nostro Paese. Verrebbe da dire: c’è bisogno di aggiungere altro?

Sì, c’è bisogno di gridare da parte di tutti i contribuenti onesti che si tratta di un oltraggio, di uno schiaffo doloroso alla verità e all’equità. Sì, c’è l’esigenza di confrontare quella infinitesima e offensiva cifra con quanto versano (e sono costrette a versare) le nostre imprese.

Allora basta mettere in fila anche qui due altri numeri. I lavoratori autonomi e le piccole ditte del Belpaese hanno contribuito alle casse dello Stato, con imposte e tasse, con oltre 42,3 miliardi  di euro. Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, hanno, a loro volta, corrisposto 37,9 miliardi. In totale siamo oltre 80 miliardi.

Ottanta miliardi contro 64 milioni di euro: dal lato degli 80 miliardi ci sono il nostro barista, come il nostro artigiano di fiducia, il salumiere e il meccanico, ma anche le nostre multinazionali (tascabili e no) che versano una cospicua quota di quel bottino. Dal lato dei 64 milioni ci sono, invece, Google e Facebook, Amazon e Alibaba, Microsoft e Oracle, solo per citare i primi colossi che svettano dal mazzo dei 15.

Anche a questo punto verrebbe da domandarsi: c’è bisogno di aggiungere altro?

Sì, c’è l’obbligo di sostenere con forza, convinzione e ragione i tentativi che da più anni e da più fronti (da ultimo il governo italiano e il commissario Paolo Gentiloni) si moltiplicano per rendere fiscalmente responsabili i signori del web laddove generano i loro ricavi e i loro profitti.

È una battaglia economica e politica che non può riguardare solo l’Italia, deve essere prioritaria per tutta l’Europa, ma che può ben partire anche da un singolo Stato. E il primo passo deve e può essere quello di tagliare le unghie e gli artigli a quelle lobbies che, di manovra in manovra, sono riuscite fino a oggi a disinnescare e neutralizzare proposte e iniziative per arrivare a qualche forma di web tax. 

Ora, però, il tempo è scaduto per tutti. I numeri non lasciano scampo e alibi a nessuno.