Giovedì 18 Aprile 2024

Imposte e ingiustizia. La zavorra dello Stato sprecone

Affinché un sistema fiscale sia ben visto dai cittadini, e non stramaledetto ogni dieci minuti, ha bisogno di due caratteristiche: essere semplice e non essere troppo esoso, cioè con aliquote troppo elevate. Il nostro non ha nessuna di queste due cose. È complicatissimo e, soprattutto, almeno tre volte alla settimana cambia qualcosa. La presenza di un provetto commercialista al nostro fianco è quindi indispensabile (e costa, ovviamente). Le aliquote, anche se forse non sono le più alte d’Europa, sono comunque elevate. Ma, nonostante questo, il bilancio dello Stato è in passivo, ogni anno, e si va avanti a forza di nuovi debiti, che peseranno sulle nuove generazioni. E si arriva così alla verità delle verità: un sistema fiscale decente deve avere alle spalle uno Stato decente, capace cioè di funzionare senza spese in eccesso e senza sprechi. Purtroppo, questa è la cosa che manca all’Italia.

La classe politica ha imparato da tempo che, attraverso i debiti, può distribuire reddito ai cittadini (una volta sotto forma di agevolazione varie, oggi direttamente con il reddito di cittadinanza). Sembra impossibile fermare questa deriva, ogni anno è peggio.

Una volta si facevano lavori nei vari collegi elettorali. Adesso si sta abbandonando anche questa finzione, e si sta andando dritti verso la distribuzione diretta di risorse da parte di uno Stato che, di soldi, non ne ha. Il bilancio pubblico peggiora e le tasse aumentano. I cittadini protestano e se la pigliano con il fisco. Ma sbagliano. Se la dovrebbero prendere con i politici che spendono e spandono il denaro pubblico: siamo uno dei Paesi più indebitati d’Europa, ma siamo anche l’unico che ha deciso di dare uno stipendio (in cambio di niente) a quasi un milione di cittadini. Se questa non è follia…