Un odio cronico

L’ antisemitismo è un male europeo. A volte sembra scomparire, prima o poi ritorna alla superficie. Secondo un sondaggio Ue, la percentuale di europei che nutre sentimenti antisemiti sarebbe intorno al 20%, a seconda delle domande per sondare i sentimenti degli intervistati e dei momenti, spesso a causa di quanto avviene in Israele, e della maniera in cui ciò viene riportato. Ma adesso non ci sarebbero motivi, più o meno presunti, eppure l’antisemitismo assume forme violente in Francia.

I gilets jaunes scendono in strada contro la politica poco sociale di Macron. E perché aggrediscono il filosofo ebreo Finkielkraut? Sarebbero ancora i ricchi ebrei a complottare contro il mondo? Si sostiene che una critica a Israele non sia prova di antisemitismo. Dipende. In Germania qualche leader Afd, l’estrema destra ormai quasi alla pari dei socialdemocratici, si lascia sfuggire che «gli israeliani si comportano come i nazisti». Un modo subdolo per autoassolversi. Björn Höcke, uno dei dirigenti, ha detto che il monumento alle vittime ebree del nazismo è un monumento della vergogna. Perché ricordare il passato? E a sinistra prende forza la campagna del Bds, il boicottaggio dei prodotti israeliani provenienti dalle zone palestinesi occupate. Non comprate dagli ebrei, come durante il III Reich.

Dopo 16 anni a Monaco ha chiuso il ristorante ebraico Schonk, per le continue minacce. A Berlino i ragazzi ebrei vengono aggrediti dai compagni musulmani, ma professori e presidi fingono di non vedere. Si preferisce parlare di mobbing religioso perché la parola antisemitismo è tabù. Non ci sono quasi più ebrei nella Mitteleuropa. Quasi scomparsi in Polonia, rari in Ungheria, eppure aumenta l’antisemitismo anche a Varsavia o a Budapest. «Orbán è un antisemita furbo, l’inglese Corbyn invece è anche stupido», ha titolato il giornale israeliano Haaretz. Il leader laburista è andato a rendere omaggio ai terroristi palestinesi di Monaco ’72, uccisi dal Mossad. Ma nega di essere antisemita. Tre quarti dei tedeschi ammette di non conoscere un ebreo, allora perché? Forse perché quando le cose vanno male, si ha paura del futuro serve un nemico. Una risposta facile, non soddisfacente. Ma è impossibile spiegare un odio stupido.