Giovedì 25 Aprile 2024

Stephen Hawking, non solo scienza

Stephen Hawking nel discorso: "Perché dovremmo andare nello Spazio" (Ansa)

Stephen Hawking nel discorso: "Perché dovremmo andare nello Spazio" (Ansa)

Una partita a poker con Einstein e Newton. Oltre il tempo e lo spazio. Pochi si sarebbero potuti permettere un tale azzardo. Lui sì. Stephen Hawking è un ologramma e sfida i due scienziati. Quozienti intellettivi altissimi che ballano tra i 160 e 165. Su ‘Star Trek: next generation’ – è il 1993 – va in scena l’insolita partita. Tre – al di là, appunto, dello spazio e del tempo – che hanno saputo prendere così poco sul serio il proprio «io» quando era funzionale per divulgare le proprie teorie.

Lo scienziato pop ante litteram è il Newton che racconta della mela che gli cade in testa – rischiando di passare per un «sempliciotto» – e ci costruisce la legge di attrazione universale. La stessa linguaccia di Einstein diventa icona e si porta dietro la formula magica della legge della relatività E=mc². Hawking, rispetto ai ben più illustri predecessori, ha puntato addirittura più in alto. Perché, almeno fisicamente, partiva da più in basso. Ridotto all’immobilità dagli anni ottanta e costretto a parlare tramite un sintetizzatore vocale, ha cavalcato i confini di scienza e fantascienza, senza perdere mai di vista l’obiettivo di una divulgazione che arrivava a tutti, proprio perché era un personaggio che piace(va).

Ma senza nessun additivo compassionevole. Amava non prendersi sul serio, come quel giorno sul set di ‘Star Trek’, quando di fronte al motore a curvatura con cui la nave stellare Enterprise superava la velocità della luce, disse: «Ci sto lavorando». Non aveva paura di diventare una caricatura di se stesso. E non era nemmeno permaloso. Basti pensare a ‘The Big Bang Theory’, bibbia televisiva dei nerd, dove appare perfino rancoroso nei confronti del pacioso Sheldon. O ancora cartone animato nel presente americano dei ‘Simpson‘ e nel futuro più futuribile che mai di ‘Futurama’. Quell’essere pop che gli è valso più di quei celebri quindici minuti di celebrità. Almeno su di lui, Warhol aveva torto.