Mercoledì 24 Aprile 2024

Epaminonda, il velo pietoso

Con Epaminonda l’hanno risolta con un drappo rosso. Una tovaglia. Il problema verrà quando ci sarà da coprire il David, o il Nettuno. Nudi che più nudi non si può, e pure grandi. Bisognerà ricorrere a dei paracadute. Almeno. Con tutti i nudi che l’antichità e il Rinascimento ci hanno tramandato, opere d’arte non giornaletti porno, bisognerà tessere chilometri di drappi per arrivare a non offendere nessuno: musulmani, indù, atei... E per fortuna che almeno la Gioconda è vestita di tutto punto. Grazie Leonardo. Sempre che un giorno non si debbano incominciare a nascondere anche le chiese. Neanche Christo, l’artista noto per coprire i monumenti, potrebbe farcela. Quello che si può fare invece, fuor di paradosso, è di smetterla con queste idiozie travestite da rispetto. Di smetterla di sopprimere presepi, canti di natale, feste comandate, per il presunto rispetto di altre sensibilità culturali e religiose. Intanto perché non abbiamo ancora visto in un paese islamico zittire il muezzin se in quel momento passa un pullman di suorine. Ricordando che nei rapporti tra popoli, a ogni livello, può e deve sempre valere il principio della reciprocità.

Poi, perché non possiamo mancare di rispetto a noi stessi, alla nostra storia, alla nostra cultura, per il semplice timore che altri possano risentirsi. E se per caso si risentono, beh, è un problema loro. Con tutto il rispetto. Come è un problema nostro se al Cairo ci infastidisce vedere una donna rinchiusa in un burka, o sfiorare il perimetro di una moschea. Il che non significa che ognuno debba stare a casa sua. Figuriamoci. Ma che tutti devono accettare ciò che fa parte della storia della casa degli altri. Il paradosso di questi casi, insomma, non sta in una eventuale e non verificata protesta degli ospiti. Ma nello zelo inutile di chi mette veli o paracadute. Gente, quella sì, su cui bisogna stendere un velo. Pietoso.