Venerdì 19 Aprile 2024

Sito Inps, cosa non ha funzionato. Il solito disastro burocratico

Il sito dell'Inps (ImagoE)

Il sito dell'Inps (ImagoE)

La burocrazia italiana è la maledizione del Paese. Lo è in tempi ordinari, lo è, purtroppo, anche in stagioni terribilmente eccezionali come quella che stiamo attraversando. Con la differenza che gli effetti devastanti sulle vite delle persone, delle famiglie, delle imprese crescono in maniera esponenziale quando, come oggi, tutto quello che viviamo diventa più precario e più fragile, come mai prima.

La prova regina che neanche l’emergenza Coronavirus è riuscita a scalfire le funeste procedure della nostra burocrazia l’abbiamo avuta ieri. Dopo settimane di annunci palesemente contraddittori e, insieme, maldestramente propagandistici del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ieri il sito del più grande ente di welfare d’Europa è finito fuori uso per tutta la giornata e per quei pochi minuti in cui è stato possibile usarlo ha determinato la più clamorosa violazione della privacy degli ultimi decenni in Italia. Una Caporetto, una rotta e un fallimento senza precedenti.

Inutile e odioso evocare hacker, fatalità, eccesso di richieste e di contatti e via di seguito nell’italica usanza dello scaricabarile. L’andazzo è stato analogo nelle giornate precedenti per le domande di congedi parentali e voucher baby sitter o per la cassa integrazione. Tra Pin, Spid, carta di identità elettronica, identità digitale e altre diavolerie, ogni passaggio si è rivelato impervio, al limite dell’impossibile, per milioni di italiani. Eppure, di una cosa possiamo stare certi: nessuno dei grand commis dell’Istituto, a cominciare dalla direttrice generale, sarà chiamato a rispondere del disastro annunciato. Anzi, siamo sicuri che Gabriella Di Michele, come i suoi cinquanta direttori centrali, continuerà a prendere lo stipendio massimo possibile con il massimo del premio di risultato. Come farà chi, al ministero del Lavoro, avrebbe dovuto vigilare sull’attività dell’ente. Uno schiaffo in faccia per medici e infermieri che rischiano la vita negli ospedali di sicuro per molto meno.