Venerdì 19 Aprile 2024

L'antischettino

Il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini (ImagoE)

Il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini (ImagoE)

Dobbiamo molto come italiani a Emanuele Crestini, il sindaco di Rocca di Papa morto in un ospedale di Roma dieci giorni dopo l’incendio scoppiato nella sede del suo comune. Noi italiani, bollati in giro per il mondo dal marchio di infamia di tanti Schettino, un epiteto che in verità in passato ci eravamo in qualche occasione meritati, grazie a questo sindaco di provincia che non è sceso ma è risalito a bordo per proteggere i suoi concittadini in pericolo sappiamo che per qualche vigliacco in fuga dalle proprie responsabilità c’è una maggioranza di persone che interpreta il proprio ruolo fino in fondo e che al momento opportuno sa qual è la scelta giusta da fare. Le parole di commozione del presidente Mattarella e la richiesta di una medaglia al valor civile avanzata dal ministro dell’Interno Salvini esprimono il sentimento di tutti. Emanuele Crestini è uno dei tanti sindaci di cittadine medio-piccole che, per un tozzo di pane e nessun onore, accettano di recitare la parte del missionario laico, spendendosi h24 al servizio della propria gente e assumendosi i rischi che la carica comporta, che siano rimboccarsi le maniche per arginare una piena, firmare una delibera e beccarsi prima o poi un avviso di garanzia, evacuare un edificio in fiamme. Come appunto Crestini. E che restituiscono un po' di dignità alla politica, identificata certe volte con troppa faciloneria, anche da noi giornalisti, con il termine di casta. Crestini non era la casta. Era la buona politica che serve all’Italia.