Giovedì 18 Aprile 2024

Berlusconi presidente della Repubblica: il vero incubo di Enrico Letta

La partita del Quirinale

Silvio Berlusconi (Ansa)

Silvio Berlusconi (Ansa)

Roma, 11 dicembre 2021 - Alcuni soldati giapponesi nascosti nella giungla del Palazzo non si rassegnano all’idea che il mandato presidenziale di Sergio Mattarella cessi irrevocabilmente al più tardi il 3 febbraio, giorno in cui – nella deprecabile assenza di un successore – sarà Elisabetta Casellati a esercitarne le funzioni come presidente del Senato. Resistono d’altra parte, anche nel Parlamento della Repubblica, persone convinte che la Terra sia piatta e chi immagina che il vaccino uccida. Si fa sempre più strada, tuttavia, l’idea che nella seconda metà di gennaio si debba scegliere un nuovo capo dello Stato. A questo punto la pressione si trasferisce da Mattarella a Draghi perché rinunci alla tentazione di candidarsi.

Pressione curiosa, perché finora il presidente del Consiglio si è limitato a sfiorare l’argomento – essendo impossibile farne a meno – solo in conversazioni rigorosamente private perché è noto che al Quirinale non ci si candidi, ma si sia candidati. La preoccupazione è duplice. Da un lato il timore che caduto il governo per la promozione del suo capo, si vada alle elezioni anticipate come accadrebbe in un Paese normale. Ma questo significherebbe consegnare alla povertà molti deputati e senatori, soprattutto 5 Stelle, che staranno maledicendo la sciagurata decisione di avere imposto la riduzione di un terzo dei parlamentari. Dall’altro la preoccupazione che senza Draghi il Paese vada allo sbando, avendo egli dato in pegno all’Europa la propria credibilità perché i miliardi del Piano di Ripresa vengano spesi nel migliore dei modi possibili. E qui il campo si divide ancora in due: quello di chi (come l’autore di questo articolo) ritiene che il trasferimento al Quirinale del firmatario non faccia scadere la garanzia del pegno di credibilità del nuovo sistema Italia e chi invece vede la sciagura dietro l’angolo.

Sia come sia, ancora l’altra sera alla festa di Atreju, Enrico Letta ha ripetuto a Giorgia Meloni che il capo dello Stato va scelto insieme. Galateo istituzionale o timore che il centrodestra possa fare da solo, visto che per la prima volta ha la maggioranza relativa dei Grandi elettori e che nelle Camere ci sia una sterminata platea di Franzao Spagnapurché se magna pronti a votare chiunque in cambio di chissà che cosa? Questa seconda ipotesi non è peregrina, se non altro perché Matteo Renzi ha un pacchetto di voti con il quale può costruire o scassare qualunque gioco. C’è chi ha visto maliziosamente nella proposta di Letta il tentativo di scongiurare l’elezione di Berlusconi, che per il Pd sarebbe infinitamente più perniciosa del Covid.

Se la maggioranza di governo chiedesse a Draghi – unita – di candidarsi, l’elezione potrebbe avvenire al primo turno. Altrimenti, il destino del Quirinale starebbe in grembo a Giove…