Martedì 16 Aprile 2024

La nave Ong, rispettare la legge

È mai possibile che in queste storie ci siano sempre la Bella e la Bestia? La Capitana buona e il Capitano cattivo? Non stanno così le cose neppure nella vicenda Sea Watch, comunque vada a finire, dopo che la Capitana coraggiosa ha definitivamente sfidato Capitan uncino. Che in realtà, piaccia o non piaccia, e fino a nuova maggioranza, non è un cavaliere solitario, ma lo Stato italiano. Stato che non è così crudele come lo auto-dipingiamo nel mondo, che non ha mai fatto annegare nessuno, così come la bionda condottiera della nave ‘pirata’ non è così candida e generosa. Allora, è chiaro che nessuno vuole prescindere dalla sorte dei fuggiaschi che impropriamente Zingaretti definisce naufraghi, in quanto non stanno facendo naufragio, come non sono neppure in crociera. Anzi, è proprio da come si è dipanata la loro odissea che forse bisogna ripartire. Queste persone sono state salvate, o prelevate, in acque libiche alcune settimane fa. Che non dovessero far ritorno nell’inferno da cui fuggivano è comprensibile e pure condivisibile. Che non ci sia solo il paradiso italiano a cui attraccare è altrettanto certo. Lo ha persino certificato la Corte Europea! Eppure per la Capitana, guarda un po’, la rotta è rimasta una sola, verso l’Italia, che non ha fatto nulla di diverso dai suoi partner: ha chiuso i porti. E se la nave è rimasta per due settimane al largo di Lampedusa, un motivo c’è e molto semplice: nessun altro Paese ha teso una mano. Ammesso che sia stato chiesto. Perché diversamente in 14 giorni potevano arrivare non solo in Francia o in Spagna, ma pure nella natia Olanda. Invece no. Come disse il generale Mac-Mahon, «ci sono e ci resto». E ci sono rimasti pure quei disgraziati, ex naufraghi ridiventati ostaggi. Una sfida non a Salvini, ma alla nostra legge che come tutte quelle di ogni Stato regola gli ingressi nel proprio territorio. Non con i metodi Sea Watch. Concludendo. Si può anche non fare il tifo per il Capitano. Ma neppure per una capitana ‘pirata’. Per una volta, invece, possiamo farlo per l’Europa che ha finalmente battuto un colpo: quello del diritto. Valido per tutti.