Mercoledì 24 Aprile 2024

Nuovi orizzonti. Finalmente è caduto un altro Muro

Lungi da noi credere alle cabale numeriche. Eppure, ci viene da pensare, gli anni che finiscono col numero 9 hanno sempre qualcosa di rivoluzionario. Accadde nel 1789 (Rivoluzione francese) e nel 1989 (caduta del Muro e, parlando di letteratura, morte dell’immortale Leonardo Sciascia). Ecco, ora un altro accadimento, da tempo immemore sperato, è successo: è caduto il muro dell’ignoranza verso gli scrittori del Sud. Meglio: il ministro che se l’è filata all’inglese, quel Fioramonti che voleva tassare merendine e aranciate gassate, ne ha fatta una giusta. Finalmente, un vulnus grave è stato sanato.

E non diteci "vorrei anche vedere" perché non è così. Chi pensa infatti che tutto fosse chiaro, si sbaglia. La letteratura è ciò che di meglio (sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario) il Sud ha prodotto nel "secolo breve", il Novecento. Insomma, il contesto (eccolo: ci par di veder sorridere il Maestro Sciascia con l’eterna sigaretta in bocca) risulta assai più limpido se raccontato attraverso le formidabili armi del romanzo. Vuoi davvero sapere perché le plebi meridionali, dopo l’Unità, hanno vissuto nella miseria? Prendi Ignazio Silone e capirai più di mille saggi di economia politica. Leggete "Fontamara": vedrete come non ci siano statistiche o macroanalisi a rendere così bene l’idea della povertà. Oppure, pensate che la mafia sia sempre stata riconosciuta come tale? Con "Il giorno della civetta" coglierete al volo che esempio di terribile e al tempo stesso sopraffina bellezza è la Sicilia. Del resto (ma qui non c’entra il Novecento) l’aveva già capito Goethe: "L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto". Capito? Di tutto. Mica poco. Della serie: la letteratura ci salverà. Tutto il resto, se non è noia, serve a poco...