I limiti dei social

Un algoritmo non ci salverà. Fa fatica a riconoscere quando un nudo postato su Facebook è arte e quando invece è umiliazione e offesa da mettere al pubblico ludibrio. Figuriamoci se può contrastare le porno vendette. La storia di Torre Annunziata è emblematica. Sembra un paradosso che l’avvocato della vittima quereli il signor Zuckerberg, ma riflettendoci un po’, per quanto possa sembrare ardita la mossa, che altro avrebbe dovuto fare? Chi dovrebbe rispondere, nell’infinita catena di comando e di responsabilità, di un abuso subito, se non chi ha inventato il social network, rivoluzionario e contagioso fino a quanto vogliamo, ma così carente nelle reti di protezione? Perché spesso quelle reti di protezione hanno dimostrato di avere buchi che, talvolta, sono voragini. L’avvocato nella querela cristallizza la situazione: in Europa c’è solo un ufficio di «umani» che verifica e rimuove i post utilizzati per il cosiddetto «revenge porn» o per altre condotte dannose. E quell’ufficio è in Germania. Tra l’altro nel nostro Paese si continua a litigare per bagatelle politiche sulla paternità/maternità di una legge sul porno ricatto che non è più rimandabile.

Quindi la domanda è una: chi ne risponde? Il legale per evitare che il suo ricorso si perda nel dedalo di responsabili di sedi esteri di un gigante del web da 2,3 miliardi di utenti in tutto il mondo, col serio rischio di un effetto boomerang (non mancano gli esempi di casi-beffa, con la condanna a pagare le spese legali per aver sbagliato destinatario), si è rivolto direttamente alla fonte. Zuckerberg non si scomporrà di certo per la querela dall’Italia. Ma sa di essere in ritardo nel contrasto dei porno ricatti su Facebook. Altrimenti non si spiegherebbe perché un paio di settimane fa, la responsabile globale della sicurezza del social network, Antigone Davis, abbia evidenziato come la condivisione di foto intime sia uno dei problemi più gravi per il gigante del web. E che allo studio ci sia l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per prevenire le porno vendette. A corredo Facebook è pronta anche ad assistere le vittime. Per adesso, però, in attesa degli eventi, siamo ancora solo nel campo delle buone intenzioni.