La questione femminile. Quote di merito più che rosa, ecco il sogno

Marta Cartabia (Imagoeconomica)

Marta Cartabia (Imagoeconomica)

Sogno un mondo dove non si sia costretti a sbandierare la questione femminile ogni volta che si presenti l’opportunità. Sogno un mondo in cui Marta Cartabia, eletta presidente della Corte costituzionale, come prima cosa non dica che ha rotto il tetto di cristallo ma semmai che cosa intende fare, da quinta carica dello Stato, per migliorare il sistema giuridico e per conciliare al meglio le nuove leggi ai nostri principi costituzionali.

Sogno un mondo senza ultrà. Dove le donne che restano indietro non interpretino le sconfitte sempre solo come discriminazione di genere, ma dove anche gli uomini che sono ‘arrivati’ riconoscano che molte colleghe, più brave o quantomeno capaci come loro, forse sono state penalizzate perché nel 2019 permane il retaggio storico, culturale, mentale che vuole che a comandare siano i maschi.

Sogno un mondo in cui la nuova prima ministra della Finlandia non sia una notizia sensazionale ma anche un mondo in cui non si dicano fesserie del tipo che età e genere non dovranno più contare nella selezione. Questo, semplicemente, non è possibile. Non lo è perché, sebbene molti giovani siano migliori dei loro capi più anziani, non si può scindere il passare degli anni dal carico di esperienze e quindi anche – si spera – dalle capacità che ci si porta dietro invecchiando. Ma non lo è anche perché le donne spesso sono madri, con tutto quello che vuol dire partorire e poi ‘esserci’ per crescere i figli del nostro futuro. Dunque, inevitabilmente, possono avere meno tempo per realizzarsi sul lavoro (e la politica le aiuta troppo poco).

Sogno un mondo che gioisca alla stessa maniera quando vengono premiati gli uomini e le donne che sanno fare la differenza e cambiare le cose rimboccandosi le maniche. Sogno un mondo di quote di merito, più che di quote rosa. Che ragioni e sia capace di andare oltre i recinti e i simboli vuoti.