Giovedì 25 Aprile 2024

Noi e l'Europa, un'unica cartuccia

In Europa, una carta da spendere o una cartuccia da sparare abbiamo, a seconda dei punti di vista. E non possiamo che usarla per evitare la procedura d’infrazione. Mentre sulle nomine non potremo fare altro che accontentarci delle briciole. È una verità elementare della quale hanno sicura consapevolezza tanto il premier Giuseppe Conte quanto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Forse ne hanno meno, invece, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Entro i prossimi dodici, quindici giorni nascerà l’assetto di potere delle istituzioni dell’Unione che ci governerà per i prossimi cinque anni. Si dovranno decidere, tanto per intendersi sulle nomine più rilevanti, i vertici della Bce, del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europei. Senza contare gli incarichi di Mister o Lady Pesc e di commissari agli affari economici e monetari o alla concorrenza. Una posta in palio di enorme peso politico e istituzionale. Ma se questo è il quadro di riferimento, Lega e 5 Stelle, maggioranza in Italia, sono ai margini nel Parlamento europeo nato dal voto del 26 maggio. A oggi non sappiamo neanche con relativa certezza a quali gruppi si dovranno iscrivere gli euro-deputati del Carroccio e del Movimento.

Come non bastasse, a renderci deboli contrattualmente sono almeno altri due fattori. Il primo è che, fino a oggi, per una fortunata congiunzione astrale, abbiamo avuto italiani in sella su tre di quelle cariche: Mario Draghi alla guida della Banca centrale, Antonio Tajani numero uno dell’Europarlamento e Federica Mogherini come Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza. Dunque, non possiamo pretendere chissà che cosa. Il secondo elemento di fragilità della nostra posizione, però, attiene direttamente alla condizione di Paese a rischio di infrazione per i conti pubblici. Il che comporta che, oltre a offrire un pacchetto di risparmi e tagli, dovremo utilizzare il nostro voto (la carta o la cartuccia) più per sostenere il candidato dello o degli Stati che ci aiuteranno a evitare la condanna che per dare battaglia per la conquista di una poltrona che conta. Sicché, alla fine, forse dovremo dire anche grazie per un incarico di commissario di seconda fascia. Un magro bottino per il governo dell’assalto a Bruxelles.