Mercoledì 24 Aprile 2024

Il modello dell'ex Morandi. Quel ponte porta l'Italia nel dopo virus

Sono bastati 623 giorni - meno di due anni dal crollo del Ponte Morandi (14 agosto 2018) - perché Genova rivedesse congiunti i versanti della Valpolcevera. Sono bastati 309 giorni – meno di un anno dall’inizio dei lavori (25 giugno 2019) – perché i 1.067 metri del nuovo ponte, con 18 mila tonnellate di acciaio distribuite su 19 campate e sorrette da 18 pile in cemento armato, si trasformassero da magnifico disegno dell’architetto Renzo Piano in stupefacente realtà. Sì, stupefacente. Perché i tempi hanno sorpreso tutti. Di solito, per un’opera così, occorrono tre anni. I cinesi di CCCC (China Communications Construction Company) ne prevedevano due.

A Fincantieri e Salini Impregilo, aziende italiane che il mondo ci invidia, sono bastati 10 mesi e 15 giorni. E quanto è stato bello, ieri, vedere sventolare la bandiera di San Giorgio e sentire ululare le sirene delle navi ormeggiate in porto. Per Genova, giornata indimenticabile. Ma, soprattutto, giornata da non dimenticare per l’Italia. Il nuovo ponte, infatti, dev’essere il modello da cui partire se si vuole rimettere il Paese in piedi dopo la tragedia, umana e finanziaria, del Covid 19. Zero burocrazia; un commissario straordinario, il sindaco Marco Bucci; due imprese che hanno condiviso intelligenza e competenza; il cantiere che non si è fermato mai, nemmeno quando uno degli operai è risultato positivo al coronavirus; infine, dettaglio non da poco, perfino l’impermeabilità alla crisi di governo avvenuta a lavori in corso. Ecco, da Genova arriva un segnale forte che Palazzo Chigi non può ignorare. E al quale deve rifarsi per liberare l’Italia dal sistema folle in cui è precipitata dopo aver stupito il mondo negli anni Sessanta con la corsa a perdifiato del boom economico.

La terza economia d’Europa, la seconda nella manifattura, con un Pil che sfiora i 1.800 miliardi, non può più essere imprigionata in un labirinto di 160 mila norme nazionali e regionali (il Regno Unito ne ha 3 mila, la Germania 5 mila). Né può consentirsi 200 giorni d’attesa per un permesso edilizio (80 nel Regno Unito, 100 in Germania). Né, infine, può essere credibile se per gestire l’emergenza pandemia emette 234 provvedimenti, pari a oltre mille pagine, con l’articolo 1 del decreto liquidità che fa riferimento a 11 tra leggi, regolamenti e trattati (infatti, i prestiti sono bloccati…). Basta! Si deve cambiare passo. Subito. Genova docet.