Il motore del Paese. Chi impasta la pagnotta

Le regioni e gli imprenditori del Nord temono di essere penalizzati da nuovo governo. Troppi ministri del centro e sud Italia. Ma credo che sbaglino. Certo, questo sarà un governo che, soprattutto sotto la spinta dei 5 stelle, cercherà di dare ancora più soldi alle regioni meridionali, ma la cassa è talmente povera e indebitata (è appena stata superata quota 2400 miliardi di debito pubblico) che da distribuire c’è assai poco. Gli imprenditori, invece, dovrebbero preoccuparsi di altro. Ormai la recessione non è più un fantasma, ma quasi una presenza reale. E qui non ci sono i soldi per contrastarla. La Germania ha messo in campo 50 miliardi anticrisi. Non saranno tanti, ma sono già qualcosa di concreto contro il nostro niente. C’è però una speranza. Tanto il nuovo presidente della Bce, la Lagarde, quanto la presidente della Commissione, si sono rese conto che tira un’aria non proprio favorevole e quindi hanno lasciato capire che da ora in avanti le istituzioni che dirigono saranno più di manica larga. La famosa austerity (che forse non c’è nemmeno mai stata, almeno negli ultimi tre-quattro anni) scompare e al suo posto arriva una cosa che si chiama flessibilità e l’invito ai governi a tagliare le tasse (chi può). Il denaro, insomma, non mancherà. Solo che per non andare in crisi gli imprenditori del Nord devono fare delle cose e venderle. Devono stare sui mercati. E qui è una questione di idee e di competitività. E allora qualche timore è giustificato. Questo governo nasce per essere anche, se non soprattutto, un governo assistenziale, con un occhio di riguardo per povertà grandi e piccole, ma molto disattento ai problemi della crescita. Nasce, cioè, con un vecchio vizio della politica italiana: veloce e sollecito nel distribuire reddito, assai più lento nel produrlo e farlo crescere. E, alla fine, la possibilità che il peso redistributivo ricada soprattutto sulle regioni che il reddito lo producono davvero è abbastanza consistente. Che cosa si può fare? Non molto. Se non ricordare a chi sta al governo, ogni ora, che la torta, prima di farla a fette, bisogna impastarla e cuocerla. E questo si fa, in prevalenza, qui al Nord. Se Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si fermano, niente torta e nemmeno pagnotta.