Giovedì 18 Aprile 2024

Lezione alla rovescia

Si fa presto a vedere il bicchiere mezzo vuoto. E certo, un reparto chiuso per festa, non è un bello spettacolo. Anzi. Magari, molti dei pazienti rispediti a casa sono stati pure contenti, tanto si sa che di sabato e domenica bisogna avere l’abilità di prendersi un colpo secco per entrare in una sala operatoria. Se no, si slitta a lunedì: un by pass, un paio di stent, tutto può aspettare se il malato non è in odore di decesso. Qualche degente, invece, l’avrà presa male, con ragionamenti del tipo: se sono qui per essere operato, forse è il caso che mi operino e non che mi diano il week libero. E risulta difficile dar loro torto. Insomma, già è indecente che molti reparti ospedalieri chiudano per ferie visto che le malattie non hanno ancora deciso di sospendere l’attività in agosto. Figuriamoci per una festa del neo primario, che rischia ora di essere un neo licenziato con tutta la combriccola di medici e infermieri al seguito. Anche dai fatti più negativi, però, bisogna sempre cercare di cogliere il meglio, di vedere il bicchiere mezzo pieno. E pure nel caso di Napoli, a guardarci bene, lo si può trovare. Non conosciamo infatti lo standard di qualità di questa struttura complessa dal lunedì al giovedì, ma di sicuro è altissimo il livello di organizzazione del lavoro dal venerdì in poi. Riuscire a fare in modo che tutto (!) il personale, a quanto pare, abbia trovato l’accordo per far coincidere un giorno di non lavoro, è impresa di rilievo assoluto. In qualunque settore, sanitario compreso, sappiamo bene quanto sia difficile gestire il personale incastrando ferie, riposi, malattie, assistenza a familiari infermi, a figli con il morbillo, in maniera da garantire il servizio. Se dunque applichiamo a una migliore causa l’altissimo livello di disservizio raggiunto a Napoli, abbiano trovato la formula perfetta perché gli ospedali funzionino dodici mesi all’anno. Allora, sanzioni a parte, diciamo grazie ai sanitari protagonisti di questa vicenda. L’invito è che tutti copino la loro organizzazione. Salvo, ovviamente, operarsi altrove.