Giovedì 25 Aprile 2024

Diritti violati. Da che pulpito la predica Onu

Su Dieci persone che parlano dell’Onu, nove ne dicono male e colui che ne dice bene lo dice male. Più che un aforisma ormai è una realtà storica: decenni di fallimenti deprimomo l’originaria ambizione di prevenire, contenere, comporre le crisi del mondo. E c’è da chiedersi perché l’Italia continui a essere il decimo maggior contribuente di un’organizzazione che conta 38mila dipendenti e costa 12 miliardi di dollari all’anno.

Cose note. Ma dopo la lettera di reprimenda all’Italia sono andato a riguardare la lista dei componenti dell’Alto Commissariato per Diritti umani. Sono rimasto sbalordito. Sono questi i Paesi che ci accusano di violare quei diritti in fatto di immigrazione illegale? Pesco a caso: Cina, Cuba, Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan... Sono questi i campioni dei diritti umani? L’Alto Commissariato ha sede a Ginevra. Mille dipendenti. Centinaia di milioni di budget. È un’emanazione dell’Onu. E dell’Onu riflette l’ormai acclarata impudenza.

I suoi membri sono in stragrande maggioranza totalitarismi, autoritarismi, teocrazie: 47 Paesi sui 193 che siedono a New York all’Assemblea generale. Ora è vero che il documento pervenuto al governo italiano non è frutto di una votazione. Ma nella formulazione di Beatriz Balbin, la firmataria, sconfina dal paradosso nel ridicolo. Forse per prudenza l’Alto Commissario, la cilena Bachelet, l’ha delegato. Dunque a metterci sul banco degli imputati e a minacciare procedure speciali sono regimi a partito unico o fondamentalismi o dittature ideologiche e militari. È come se la ’ndrangheta pretendesse di dar lezioni di legalità e di buon vivere civile.

E la cosa ancora più sorprendente è che questo organismo ignori la sistematica repressione di ogni libertà negli stessi Paesi che lo compongono. Per esempio: il monolitismo politico e le censure in Cina e a Cuba. O le persecuzioni religiose e la discriminazione della donna nel mondo musulmano. O le esecuzioni capitali. O gli spari sulle popolazioni affamate in Venezuela e altrove. Che bella compagnia! Val la pena rimanerci e finanziarla per averne in cambio insulti?