Giovedì 18 Aprile 2024

Sul web ma non solo. Il veleno dell'odio

Di chi è la colpa dell’odio che ci avvelena? Si cerca sempre un colpevole. E non si può dire che sia roba da regimi totalitari, perché anche nella democrazia di oggi ogni inezia è il pretesto per accanirsi contro qualcuno. La fortuna dei leader si ‘fabbrica’ sempre più in fretta ma brucia anche in un lampo, basti pensare ai due anni dalla gloria al tracollo di Renzi. O anche al credo grillino del politico a scadenza. In questo frullatore in cui non c’è mai tempo di argomentare le proprie convinzioni, pure il linguaggio si adegua. Il rispetto antico per l’avversario non è più un valore, tra ‘vaffa’ e accuse giudiziarie da rinfacciare. E il confronto politico lascia spazio a un vomito di insulti, spesso slegati dai problemi della gente.

Ma da quando la nostra generazione vive nell’Italia dell’odio? È iniziato tutto con le monetine davanti al Raphael? Oppure nel ventennio del berlusconismo in cui si poteva essere solo pro o contro Silvio, "comunisti mangiatori di bambini» o «corrotti e mafiosi"? Un rompicapo da studiosi, mentre gli odiatori si trincerano soprattutto dietro la schermata dei social. Quando poi tornano a scendere in piazza, si mescolano ormai alle vecchie ‘categorie’ politiche. Per cui a calpestare il pane dei rom nella borgata romana trovi Casapound ma anche la nonna che un tempo credeva in Berlinguer, i blackbloc ma anche i penultimi che non hanno i soldi per arrivare a fine mese.

"È evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra", cantava Gaber: chissà come le definirebbe oggi queste parti. Salvini mette i brividi quando definisce "pacchia" l’odissea dei disperati in arrivo dall’Africa, ma tutti i giorni il leader leghista viene virtualmente condannato a morte dai leoni da tastiera. Perfino una testimone dell’Olocausto come Liliana Segre è stata atrocemente insultata sul web. Odio contro i simboli della storia. E odio – davvero – verso qualunque cosa: siano le lentiggini per cui è stata massacrata Vanessa Incontrada o un parere espresso da Emma Marrone. Il colmo è stato raggiunto con la prima ordinanza antiodio del sindaco pd di Luzzara (Reggio Emilia). Per qualche ora era diventato l’idolo nazionale, prima che i grillini smascherassero i suoi tweet ‘cattivissimi’ contro gli avversari politici. Dante Alighieri lo avrebbe schiaffato all’Inferno tra gli ipocriti. Ma la tragicommedia dello sfogatoio a tutti i livelli è reale e tutti dovremmo riflettere.