Martedì 23 Aprile 2024

Il populismo antiscientifico

La sfiducia nella scienza fa il paio con la sfiducia nelle istituzioni che dette origini ai movimenti populisti. Che come allora non sono né di destra né di sinistra. Il ruolo nefasto dei social

Le manifestazioni anti green pass (Ansa)

Le manifestazioni anti green pass (Ansa)

Ci sono i paurosi, i dubbiosi e gli arrabbiati. Ma il filo rosso che unisce la maggior parte di coloro che sono scesi nelle piazze no vax di questi giorni è soprattutto la sfiducia nella scienza e nelle autorità politiche che della scienza invece si sono inevitabilmente affidate. Una rivolta antiscientista e antisistema che assomiglia molto nel tono e nel linguaggio a quella rivolta antiestablishment all’origine della fortuna di tutti i movimenti populisti di questi ultimi anni, che ha identificato nel rifiuto di ogni forma di "mediazione", politica, giornalistica, istituzionale, il suo cuore pulsante.

Gli ingredienti del populismo scientifico della gente "no vax" sono l’individuazione di un complotto ai danni di cittadini ignari, in cui un grande vecchio (Big Pharma) per motivi di interesse sfrutta le connivenze con la politica per ingrassarsi ai danni del popolo bue e una grande confusione più o meno cosciente tra le tante categorie del vivere civile, che non distingue tra libertà, regole, doveri. Lo schema è comunque quello del populismo classico: "noi", "loro". 

E’ un modo di ragionare che non nasce in tempo di Covid, tant’è che i gruppi "no vax" sono presenti da molti anni, e che via via in vari paesi europei e non europei si è poi declinato in forme diverse. Ora una lettura un po’ grossier lo identifica con la destra ma come in passato non è in realtà né di destra ne di sinistra. In Italia è stato il brodo primordiale dei grillini (un’esponente "No vax", Sara Cunial, è stata eletta a Montecitorio con il M5S che poi ha abbandonato sdegnata per la abbandonata purezza), in Francia è sfociato nei gillet gialli, negli Stati Uniti ha incontrato molti simpatizzanti tra gli elettori di Trump e in quel variegato mondo di gente che lo scorso gennaio assaltò Capitol Hill. 

Un mondo che sarebbe sbagliato sottovalutare, ma anche sopravvalutare. Una quota di loro, il nocciolo duro, è da considerarsi «fisiologica» in una società contemporanea come la nostra, in cui i social la fanno da padrone e l’ultimo che si alza può dire la propria. Il cretino negazionista al pari del primario. Verso costoro è inutile sgolarsi, non li convincerai mai. C’è però la maggioranza silenziosa dei dubbiosi, quelli che ancora non si sono vaccinati per un generico senso di paura, il cui cervello è ancora a disposizione. Ecco, verso di loro un’operazione di corretta informazione può dare i propri frutti.