Grida inascoltate

Chi può dire che quella visita non l’avrebbe salvata? Chi può sapere quale sarebbe stato il destino di Mirella? Suo marito Luigi non si dà pace, d’altronde come potrebbe? Ma al di là delle responsabilità, il tema che emerge è un altro, netto e politico: è possibile che in una regione socialmente ed economicamente avanzata come la Liguria per due volte venga rinviato un appuntamento in maniera così facile? A pochi chilometri di distanza, in Emilia Romagna, sono previste sanzioni per i cittadini che non disdicono gli appuntamenti: in sei mesi 180mila persone sono state multate, un tesoretto da 3,5 milioni che ha portato anche a un abbassamento dei tempi di attesa. Nella regione governata da Giovanni Toti le sanzioni invece non ci sono, anche se da poco è stato introdotto un numero unico per le prenotazioni per migliorare la situazione.

Se guardassimo la situazione dall’alto, con distacco, il paradosso sarebbe chiarissimo: siamo arrivati a sanzionare i cittadini che non rispettano i programmi, ma agli operatori che non si presentano – come nel caso di Mirella – cosa succede? Esiste un controllo di questo tipo? Non si tratta di demonizzare una categoria o l’altra – ci sono sanitari che reggono sulle loro spalle ospedali spesso malandati e disorganizzati –, quanto piuttosto capire cos’è accaduto ed evitare che ci sia un’altra donna che muore di crepacuore perché il sistema, lo Stato, non riesce ad ascoltarla. L’azienda sanitaria di riferimento ha avviato un’indagine interna. Ma, forse, la soluzione sarebbe più semplice: dobbiamo tutti recuperare solo un po’ più di cervello. E di cuore.