Multe, la manovra correttiva

Autovelox

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FIOCCANO più multe che moscerini sui nostri parabrezza. Soprattutto a fine anno o nelle feste comandate. Come se, in questi periodi, gli automobilisti diventassero, tutti insieme e appassionatamente, indisciplinati, svogliati e sbadati. Se non fosse un caso? Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma spesso si azzecca. Il sospetto, insomma, è che dietro l’impennata record di multe ci sia lo zampino di sindaci che pensano più a far quadrare i conti di bilanci colabrodo che alle buche sulle strade o alla sicurezza. E il sospetto diventa quasi certezza se perfino i vigili urbani ammettono, con un pizzico di candore, che diverse amministrazioni locali, soprattutto nei piccoli Comuni, impongono limiti e piazzano autovelox "selvaggi" soprattutto con l’obiettivo di far cassa. Solo così si capisce perché quasi 13 milioni di contravvenzioni hanno punito chi ha parcheggiato in zone vietate. Tutto bene: nessuno vuole "assolvere" o santificare chi lascia l’auto in seconda o terza fila. Ma perché le multe per chi guida con cintura slacciata o per chi ha alzato il gomito prima di ingranare la marcia, sono poche decine di migliaia? Non sono infrazioni altrettanto gravi? E perché in Italia abbiamo di gran lunga il record europeo di multe per eccesso di velocità?

Un fatto è certo: su 100 multe 84 sono firmate dalla polizia locale. E, se almeno tutto questo, poi, davvero servisse per far aumentare il livello di sicurezza delle nostre città, potremmo anche farcene una ragione. Ma non è affatto così. C’è una legge dello Stato che impone ai Comuni di destinare almeno il 25% degli incassi delle multe per rifare le strade, sistemare i semafori, rendere sicuri i crocevia. Ma, con un emendamento-blitz alla Camera, per il 2017 e il 2018, i vincoli di destinazione sono quasi del tutto saltati. Non a caso, l’anno scorso, i municipi hanno incassato il 18% in più con le multe e speso il 12% in meno per rifare le strade. Forse, è proprio vero quello che diceva il grande Alberto Sordi indossando, guarda caso, proprio la divisa del pizzardone romano: "È meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più!".