Giovedì 18 Aprile 2024

La rincorsa dei 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle sta cambiando pelle. Per chi ha fatto un’opposizione totalmente fondata sulla diversità e su parole d’ordine assolute la prova del governo (nazionale e locale) è durissima. Virginia Raggi a Roma (nove assessori cambiati in mille giorni, uomini chiave arrestati o indagati) e Chiara Appendino a Torino sono molto provate. Luigi Di Maio è una persona diversa da quella che era a Natale, prima delle elezioni in Abruzzo e in Sardegna e prima della tempesta giudiziaria romana. L’espulsione immediata di Marcello De Vito, il presidente del Consiglio comunale di Roma, seppure contraria a ogni forma di garantismo, era obbligata. Troppo uguale a cattivi esempi del passato emergeva il suo comportamento dalle intercettazioni telefoniche per non richiedere che gli fosse mozzata la mano prima che ne fosse certificata giudizialmente l’impurità. "Uguali agli altri nei comportamenti, diversi e migliori nelle reazioni". È la nuova linea del Piave.

Mi parve smarrita Virginia Raggi l’altra sera a ‘Porta a porta’ quando le dissi se non trovava poco elegante che l’avvocato complice di De Vito lo invitasse a utilizzare al più presto (e il Cielo sa in che modo) gli ultimi due anni di consiliatura perché poi la fortunata ‘congiunzione astrale’ si sarebbe esaurita. Mai più i 5 Stelle al governo di Roma e perfino dell’Italia? Affrettarsi prima che la festa finisca? Di Maio ha iniziato a giocare una nuova partita. In proprio. Deve evitare che il fossato che i sondaggi vedono nel distacco da Salvini diventi una voragine ed evitare soprattutto che il nuovo Pd di Nicola Zingaretti lo raggiunga o addirittura lo sorpassi alle elezioni europee, come avverrà prevedibilmente domani in Basilicata (dopo Abruzzo e Sardegna), la regione dove alle politiche di appena un anno fa il M5S aveva trionfato con il 44 per cento dei voti. Se la politica sulla sicurezza ha portato tanta fortuna a Salvini, ecco Di Maio proporne una propria. (D’altra parte Salvini non aveva invitato gli imprenditori al Viminale?). Ha cercato di fare proprio il decreto sblocca cantieri, peraltro depotenziato da un ‘salvo intese’ che certifica il disaccordo sulle procedure con la Lega che a sua volta si è visto depotenziato per ora il programma investimenti di Tria, sostenuto da Salvini (e da Mattarella). Sul Tav (che dovremmo chiamare Lisbona- Madrid – Marsiglia – Lione – Torino – Milano – Venezia – Lubiana – Budapest – Kiev ) dopo la ruvida chiusura opposta ieri da Macron a Conte ("La Francia va avanti"), la partita è rinviata, ma persa. La speranza del Movimento è legata perciò soprattutto al reddito di cittadinanza: la maggior parte degli italiani resta contraria al provvedimento, ma quando all’inizio di maggio arriveranno i primi assegni con decorrenza aprile qualche gratitudine elettorale potrebbe esserci. Di qui al 26 maggio la collegialità di governo andrà perciò spegnendosi in favore di singole iniziative elettorali. Ma difficilmente riprenderà il 27 perché un’altra campagna elettorale sarà iniziata. Per le elezioni politiche..