Migranti, a scuola da Minniti

Marco Minniti (Newpress)

Marco Minniti (Newpress)

ALL’INIZIO fu ‘Mare nostrum’. Fu con quel po’ po’ di nome evocatore dell’impero di Roma sul Mediterraneo che Enrico Letta definì l’iniziativa italiana dei salvataggi in mare. L’anno dopo, nel 2014, Renzi lo scalzò e pretese per Roma anche il coordinamento delle altrui operazioni navali di salvataggio. Così i nostri porti divennero il terminale di tutte le navi – italiane e straniere, mercantili o umanitarie – impegnate a raccogliere i migranti dai gommoni degli scafisti. Così si spiega anche perché Malta, a buon diritto, da allora ci scarica ogni responsabilità. A perfezionare il capolavoro politico ci pensò Alfano, ministro degli Interni, prodigo di accoglienza senza limiti e senza giudizio. Migranti clandestini o richiedenti asilo accolse tutti senza nemmeno prendere le impronte. Tanto lo scopo non era identificarli e stabilire chi avesse titolo a restare e chi no, ma instradarli là dove volevano andare, cioè verso i paesi del nord Europa.

Naturalmente Francia, Svizzera, Austria non tardarono a mangiare la foglia delle nostre furbizie e, sospendendo Schengen e la libera circolazione, reintrodussero i controlli alle frontiere con l’Italia e tuttora ci restituiscono i migranti irregolari che le hanno varcate. Finalmente, nel 2017, con Gentiloni premier, è arrivato un ministro degli Interni, Marco Minniti, al quale l’Italia dovrebbe erigere un monumento. All’inizio del suo mandato anche Minniti, come ora sta facendo Salvini, tentò di tamponare il caos cercando di dirottare dall’Italia le navi delle Ong straniere. Poi ha affrontato il nodo vero: la Libia, l’Africa e gli scafisti. Trattando con Tripoli, Tobruk, le milizie cittadine e finanche con i capi tribù del sud libico da cui transitano le masse africane in pochi mesi il traffico di esseri umani verso l’Italia è crollato dell’80 per cento. In sostanza l’emergenza migranti è stata bloccata agendo sul principio del problema – gli imbarchi – anziché sulla coda – gli sbarchi. Salvini ha riconosciuto i meriti di Minniti e sa che la vera emergenza è finita. Ma, di questi tempi, respingere una nave straniera carica di profughi fa clamore e accresce i consensi.