Migranti, l'Europa prende tempo

Macron e Merkel al vertice europeo (Ansa)

Macron e Merkel al vertice europeo (Ansa)

L’Europa stava per saltare per aria, e il fatto stesso che non sia saltata è un successo. Non da poco. La nottata di trattative sui migranti si è conclusa con un documento che è stato accolto con soddisfazione da tutti gli stati membri, e in cui tutti prendono la parte che più gli conviene. Ma si tratta di un accordo che evita di affrontare di petto i punti più controversi, e in cui la parola “volontario” ricorre spesso, troppo per un’intesa che voglia dirsi risolutiva. D’altra parte le distanze erano troppo marcate, la pressione delle rispettive opinioni pubbliche troppo forte, le difficoltà in patria di molti dei protagonisti troppo evidenti per potersi aspettare di più.

L’Europa sceglie in sostanza di prendere tempo, di adottare la tecnica tipica delle diplomazie di ogni epoca in situazioni del genere: fare buon viso a cattivo gioco, in attesa che la Storia sciolga i nodi che la cronaca non ha saputo dipanare. L’Italia porta a casa qualche affermazione di principio interessante, nuova rispetto al passato, che si tratterà adesso di concretizzare. Il Consiglio ha riconosciuto nero su bianco che l’immigrazione non è un problema solo italiano ma europeo, che è quello sempre sostenuto dal nostro Paese, e non era scontato. La partita è in sostanza solo agli inizi, e c’è da scommettere che il braccio di ferro visto nelle scorse settimane al largo dei porti del Mediterraneo non sia destinato a finire presto.