Martedì 16 Aprile 2024

Si è aperta una breccia

A forza di ingaggiare una battaglia navale al giorno nel canale di Sicilia e sui tavoli d’Europa un risultato, seppur parziale ma importante sul piano del principio, è arrivato. Una vittoria in doppio: la linea della fermezza, con qualche spallata, del governo e la diplomazia felpata del premier Giuseppe Conte hanno ottenuto la distribuzione parziale dei profughi ospitati sulle nostre navi militari. Hanno ceduto intanto due ossi duri, Francia e Malta. Altri Paesi, si dice, arriveranno al seguito. Speriamo, di questi tempi non c’è da fidarsi. Sarà l’inizio di un percorso? Intanto incassiamo il risultato, una breccia, come a Porta Pia, è aperta. Il ministro dell’interno ha varato la linea dura mettendo in conto anche tensioni istituzionali con gli alleati di governo e il Presidente della Repubblica. Matteo Salvini fa il Salvini, porta a casa un risultato importante ma non basta. La speranza è che dalle sue mosse ora discenda una soluzione strutturale. Con uno sbocco inevitabile: l’Italia non può vuotare l’Africa mentre gli altri Paesi discutono ma chiudono le porte. Quest’ultimo sviluppo rasserena anche il cielo del governo, mentre fra Lega e CinqueStelle pare si stemperi la tensione pure sul decreto Dignità. Che succede con i prossimi arrivi? L’Italia tiene le antenne alzate. 

C'è chi dice che il problema è sovradimensionato perché gli sbarchi, anche grazie alla dottrina Minniti, sono calati dell’80%. Vero, ma il nodo politico e umanitario resta. L’Europa pensa che i naufraghi africani debbano approdare in Italia, dove ne sono già sono ospitati oltre 600 mila. La battaglia, dunque, non è solo navale. Non dimentichiamo che qui la macchina burocratica di fatto impedisce le espulsioni. E se dal mare accogliamo altri disperati allarghiamo il problema in terra. Ecco perché succedono casi come quello del comune Bresciano che ha dovuto allontanare venti profughi. Non volevano lavorare e la gente protestava. Ci sono centri di smistamento dove si smista poco e sono di fatto ostelli. A Bologna un centro per anziani ha votato per non ospitare più laboratori di teatro per migranti. Convivenza difficile, si dice. In un circolo storico della città soci con fede a sinistra l’ hanno dichiarato: "Votiamo Lega". Un mezzo scandalo. L’Arci è corso ai ripari con assemblee plenarie. Cattivi come Salvini? No, sono segnali di forte disagio sociale presenti a migliaia in giro per l’ Italia. È il volto sincero della società che vive fuori dalle lotte politiche, ma soffre la quotidianità.