Sabato 20 Aprile 2024

Maturità, una faccia un voto

Matteo Salvini rivolge gli auguri agli studenti per la maturità (ANSA)

Matteo Salvini rivolge gli auguri agli studenti per la maturità (ANSA)

Roma, 19 giugno 2019 - Diciamocelo pure, a guardarli in faccia adesso non è poi così difficile indovinarne il voto alla maturità di qualche anno fa, in certi casi di molti anni fa. Abbastanza difficile per esempio pensare che il premier Giuseppe Conte, giurista affermato, avvocato di fama, potesse essere uscito dal liceo di Foggia con meno del 60/60 con il quale ottenne la licenza superiore. Conte è uno che non ammette sbavature, parla e veste sempre comme il faut, e da lui meno di sessanta non ce lo saremmo aspettati. Il massimo dei voti era in fondo da attendersi anche da Luigi Di Maio che sarà stato pure steward allo stadio San Paolo come in tanti non si sa perché gli rimproverano, ma se uno fa il vicepremier e il doppio-ministro a 32 anni qualche dote fuori dal comune dovrà pur averla. E in effetti per lui fu un bel 100/100, ottenuto presentandosi all’esame in giacca e shirt.

Non soprende neppure il 48/60 di Matteo Salvini, che sarà il padrone d’Italia ma non ha mai dato l’idea di essere un gran secchione e ce lo immaginiamo più facilmente a parlare di Padania (a quei tempi la Lega parlava di Padania) alle assemblee del liceo che in biblioteca a studiare, come è in linea col personaggio il 46/60 di Alessandro Di Battista, anche lui barricadero leader di collettivo più che studente modello. Nello stile precisino dell’uomo il 54 di Danilo Toninelli, campione di gaffes più per non sapere che per non aver studiato, o il «semplice» diploma di odontotecnico di Nicola Zingaretti, all’epoca nella Figc, e lo stesso 40/60 del presidente della Camera Roberto Fico, da poco entrato nel ruolo istituzionale ma fino all’anno scorso sempre nei panni un po’ scapigliati di uno che ti passa accanto e tu non te ne accorgi. Soprende un po’ di più il 60/60 di Matteo Renzi, che con la sua aria da discolo non ha mai dato l’idea del primo della classe. Salvo poi ascoltarne il racconto, «feci male il compito di greco ma poi all’orale fu un trionfo», e ricondurre tutto al personaggio padrone della scena noto alle cronache. E in ogni caso, dai voti dei politici giunge agli studenti una grande lezione: ragazzi, fate bene a studiare e impegnarvi ma sappiate che il successo nella vita non dipende certo dal voto di oggi: potrete sempre prendere 40/60 come Marco Bussetti e diventare ministri dell'Istruzione.