Mercoledì 17 Aprile 2024

Salvini, troppa carne al fuoco

Se non fosse così Salvini, non avrebbe il successo che ha. Non avrebbe preso un partito che galleggiava a malapena come un Trota nei laghetti della bergamasca, trasformandolo in un fiume in piena fino alle falde dell’Etna. Se non fosse così Salvini, non sarebbe una specie di Fregoli che all’alba sgombera un campo rom, a metà mattina respinge una nave di migranti, a Siena chiede la riapertura del caso Rossi, a pranzo elimina una decina di vaccini obbligatori, mentre va a prendere il figlio a scuola manda a quel paese Macron, e nel pomeriggio aggiunge telecamere negli asili e toglie un po’ di scorta a Saviano. Il tutto con un linguaggio, diciamo, non convenzionale. Mentre il politicamente corretto spiega che "nell’ambito di una più attenta verifica forse si rende opportuno stabilire altre priorità", lui riassume il tutto in un brutale: chi se ne frega. Del resto, se l’inappuntabile presidente francese parla di lebbrosi, è quantomeno in nobile compagnia. Detto questo, diciamo che passati l’entusiasmo iniziale e le elezioni di domani, placata la bulimia da urne, forse è opportuno che Matteo sia un po’ meno Salvini.

Sempre "diversamente ministro", inevitabile, ma a schiuma frenata, più prudente, visto che presiede un dicastero di estrema delicatezza, e pare che esistano anche altri ministri. Osservazione: se così facendo ha conquistato il cuore dei circoli Arci e quasi raddoppiato i consensi (virtuali), perché dovrebbe cambiare? Giusto. Ma sappiamo bene che a mettere ogni giorno quintali di carne al fuoco, si rischia di fare, e far fare, indigestione; che dalle grandi aspettative possono nascere grandi delusioni. Non parliamo poi delle tentazioni che i suoi sconfinamenti creano negli alleati: Di Maio, che ha pur sempre il 32% (reale), finirà per abbassare l’età pensionabile a 40 anni pur di farsi notare. Allora, senza fare i rosiconi e gli scandalizzati in servizio permanente, diciamo: un Salvini con il turbo può essere una risorsa; ma un po’ meno Salvini può evitargli, ed evitarci, il rischio di overdose.