Né rigore né crescita

Il passaggio parlamentare della legge di Bilancio sta rivelando, se mai ve ne fosse bisogno, la fragilità di una manovra costruita sulla sabbia. Via via che cadono le polveri della propaganda, emergono in tutta la loro debolezza strutturale le precarie fondamenta di un’operazione che rischia di non essere rigorosa (e non era nelle intenzioni degli autori che lo fosse) ma neppure espansiva. 

Lasciando da parte i rilievi, le critiche e i moniti arrivati in queste settimane dai responsabili delle istituzioni europee e internazionali (dalla Commissione all’Eurogruppo, dall’Ecofin alla Bce, dall’Ocse al Fmi), è forse la prima volta che i vertici di Bankitalia, Corte dei Conti, Istat, Ufficio parlamentare di bilancio si ritrovano a bocciare così convintamente e univocamente tutti i principali capitoli e capisaldi della legge-chiave per la finanza pubblica italiana per il 2019. Ora, a meno di non ritenere di nuovo che siano tutti sabotatori e registi di un complotto, ci si vorrà domandare il perché di questa concordanza inusuale di critiche. E il perché non è in niente altro che nei numeri stessi del provvedimento che i tecnici si sono limitati a estrarre. 

Ebbene, una manovra fondata sulla crescita si fonda una una previsione di aumento del Pil considerata sballata e impossibile da tutti, al punto che lo stesso governo potrebbe cambiarla. Ci è stato ripetuto in tutte le salse che nel 2019 sarebbe arrivata la prima tranche di flat tax o comunque di riduzione delle tasse e che sarebbe stata a favore delle imprese proprio per sostenere la crescita e, al contrario, scopriamo che il 30 per cento delle attività produttive subirà un incremento delle imposte, mentre le altre, se va bene, pagheranno gli stessi balzelli. 

Ci è stato raccontato che avremmo avuto un salto di qualità e di quantità nella spesa per investimenti (sempre finalizzata a maggior crescita): e di nuovo dobbiamo rassegnarci a pochi soldi e a zero semplificazione delle regole per spenderli. 

Rimangono quota 100 e reddito di cittadinanza: due titoli, per ora solo titoli,che però ci costano una procedura di infrazione. Un capolavoro.