Giovedì 25 Aprile 2024

I conti non tornano

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

L'annuncio che i provvedimenti centrali dei due partner di governo – il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni – non saranno contenuti nel disegno di legge del bilancio, ma saranno inclusi in due appositi disegni di legge che andranno alle Camere sembra indicare una correzione sostanziale – o almeno l’inizio di un correzione sostanziale – della manovra finanziaria da parte del Governo. Infatti, se i due provvedimenti di legge saranno scollegati dal bilancio, la loro approvazione slitterà di molti mesi, cosicché sono destinati a entrare in vigore solo dopo la metà del 2019. Naturalmente, se il governo non cambierà ulteriormente idea, vuol dire che esso non giudica del tutto infondate le preoccupazioni espresse da molti osservatori riproposte stamane, nel corso della Giornata del Risparmio, dal governatore della Banca d’Italia.

Se è così, però, non si capisce la dichiarazione di ieri del presidente del Consiglio il quale ha ripetuto che la cifra del 2,4 per cento per il deficit non si tocca. E soprattutto risulta abbastanza incomprensibile il discorso che ha pronunciato nel corso della giornata del risparmio il ministro dell’economia. Questi, che era stato recisamente contrario a portare il deficit al 2,4 per cento, stamane ha dichiarato che, di fronte all’evidente raffreddamento della congiuntura confermato ieri dai dati Istat, una politica espansiva diventa assolutamente giustificata.

Qui nasce dunque l’interrogativo: se il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio dichiarano intoccabile il 2,4 per cento di deficit e se nel contempo si rimandano di molti mesi i provvedimenti più costosi voluti dalla coalizione, o l’Italia va verso un deficit molto minore e dunque tanto rumore per nulla, oppure vuol dire che anche senza quei provvedimenti il deficit sta correndo verso il limite del 2,4 per cento.

Poiché i numeri sono questi e sembrano parlare lingue diverse, serve un chiarimento da parte del Governo. Serve, si direbbe, una comunicazione formale al Parlamento che altrimenti rischia di non capire più nulla.