Il messaggio di Draghi è chiaro: ammesso che sia sensato fare una manovra in deficit in assenza di recessione, per un paese come l’Italia, con un debito tanto elevato, è ancora più complicato e meno sostenibile farlo se contemporaneamente si diffonde la percezione che quel paese si sta preparando ad uscire dall’Euro. Quindi, meglio abbassare i toni, da tutte e due le parti, tra Roma e Bruxelles, e cercare un compromesso. Lo dice perché vari indizi fanno ritenere a settori importanti della comunità economica internazionale che il governo gialloverde si stia già preparando all’Italexit. Non solo perché il disavanzo effettivamente prodotto dalla manovra è ostentatamente superiore a quanto le regole europee possono consentire. Ci sono altri numerosi segnali come l’ovazione per Savona che sostituisce irritualmente il ministro dell’Economia in Parlamento, quasi a sancire l’inversione della gerarchia che Mattarella era riuscito ad imporre al momento della formazione dell’esecutivo. Mentre si rivolge a Salvini e Juncker, Draghi sta parlando ai mercati, rassicurandoli che non si arriverà a una resa dei conti distruttiva per tutti. Per l’Euro, ma anche per chi vuole investire su reddito di cittadinanza, pensioni e flat tax. Che lo abbia fatto ieri forse non è un caso, in un’Europa in cui tutto sembra connesso. Le elezioni di oggi in Baviera potrebbero portare altra benzina per la strategia estremista. Alternativa per la Germania è data, nel Land, più o meno allo stesso livello di consenso già registrato in occasione delle elezioni generali del 2017. Ma tanto basta per tenere i cristiano sociali lontani dalla maggioranza assoluta dei seggi e per destabilizzare ulteriormente Angela Merkel. Un hurrà di Salvini sarebbe un altro segnale preoccupante. Non è la prima volta che Draghi si spende per ammonire i politici e rassicurare i mercati, con l’occhio attento alla stabilità economica dell’Italia. E d’altro canto, in diversi cominciano probabilmente a pensare che se i suoi sforzi di persuasione non dovessero servire e si arrivasse al peggio, dopo la resa dei conti distruttiva, solo una riserva della Repubblica con il suo profilo potrà tirarci fuori dalla fossa.
Giovedì 18 Aprile 2024
ArchivioIn cerca di stabilità