L'Europa sbagliata

C'è, nelle opinioni pubbliche, uno scetticismo, che tende a divenire avversione, verso l’integrazione politica dell’Europa. Lo si vede in tutte le elezioni. Il crollo della popolarità di Macron in questi mesi è un segnale significativo. In Germania la Merkel ha subito una sconfitta drammatica. Il voto in Italia ha connotati simili. Se i leader europei riflettessero a fondo sulle cause di questo malessere, darebbero risposte di sostanza e non di circostanza. Il comunicato di venerdì della Merkel e di Macron è sbagliato e contraddittorio. Dichiara che: "Il quadro europeo è profondamente scosso dalla Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto montare gli estremismi", il che è un giudizio superficiale, anche perché domani essi potrebbero trovarsi a dover trattare con queste forze. Con un po’ di cautela, i due leader potevano limitarsi a dirsi certi che l’Italia saprà rapidamente esprimere una soluzione di governo. Poi c’è una (finta) autocritica: "Le istituzioni europee – dicono – non hanno saputo rispondere né alla lunga crisi economica né alle sfide migratorie". Ovviamente, se questo fosse un giudizio meditato, cadrebbe l’accusa di estremismo per un voto che è manifestamente la reazione a politiche che gli stessi leader ora considerano insufficienti. E infine dopo l’autocritica viene la stanca ripetizione di un ritornello: "Avanzare insieme è più necessario che mai". Ed è qui soprattutto che si misura la superficialità dell’analisi. È evidente che una parte importante dei problemi economici che generano il malessere nasce dall’aver voluto applicare le stesse regole e gli stessi tassi di cambio a Paesi con strutture diverse. Se è così, l’Europa non avrebbe bisogno di passi in avanti, ma di passi indietro, non di aumentare i vincoli, ma di allentarli. La road map di cui parla Macron va nella direzione opposta: perpetua i problemi e aggraverà, se approvata, il malessere delle pubbliche opinioni. E renderà fatale la crisi dell’integrazione europea.