Lucio e Marco, la forza diretta del pensiero

Valerio Baroncini

Valerio Baroncini

Bologna, 10 luglio 2022 - Non è un caso, forse, che nel giorno dell’intitolazione, a Bologna, di piazza Lucio Dalla, sia mancato Marco Leonelli, storico direttore del Carlino . I Grandi seguono traiettorie oblique, grandiose, con parabole imprevedibili, ma spesso finiscono con l’incrociare i propri destini. E quello che accomuna questi due Grandi bolognesi, anzi emiliano-romagnoli, anzi italiani, è la rara dote dei pensatori intelligenti di essere diretti, dritti, essenziali. Scabri, ma sensibili. E ne parlo al presente, anche nel giorno del distacco terreno, perché quando tanto si fa per il proprio mondo, è inevitabile lasciare una traccia che resta per sempre. Gianni Morandi mi ha raccontato che, girando per Bologna, gli pare sempre di vedere Lucio. Presenza, non assenza. Lo stesso è per Leonelli, che ha plasmato generazioni di cronisti al Carlino e redarguito (per fortuna) altre generazioni cresciute dalle sue generazioni: essere un giovane capocronista ti dà il diritto di essere sfrontato, non di non ascoltare. L’insegnamento, dunque. È doveroso, e pure facile, usare le parole di Lucio. Quarantacinque anni fa usciva Com’è profondo il mare , con il brano-mondo che dà il titolo all’album: "Ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti dei linotipisti", "Nel cielo scuro cominciò una guerra per conquistare quello scherzo di terra" e ancora "È chiaro che il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi un pesce e come pesce è difficile da bloccare perché lo protegge il mare, com’è profondo il mare". Quando Dalla morì, chiedemmo a Leonelli un pezzo su Lucio, suo coetaneo (li separavano 60 giorni) e compagno di allenamenti, negli anni della Motomorini e della Pro Juventute: raccontò della Palestrina a metà di via San Felice e del ‘tombolino sotto canestro’ che gli diceva di non preoccuparsi delle sconfitte, "tanto noi, per via dei gesuiti, saremmo finiti tutti in Paradiso. Tristi, ma in Paradiso".