Sabato 20 Aprile 2024

Dare la vita per gli altri

L’Isis si è propagato come un cancro, rapido, letale. Ha inaridito genti e terre. Si è radicato nel terrore, prima che l’Occidente, inspiegabilmente distratto, ricorresse a cure radicali. Le cellule malate, però, si sono diffuse e, oltre a minacciare la nostra vita di tutti i giorni, contrastano gli sforzi di chi cerca di cancellare questa follia omicida e medievale dai nostri tempi moderni.

A Baghuz si combatte strada per strada per sconfiggere le ultime sacche di resistenza dello Stato Islamico. Non si tratta di supereroi temprati alla vita militare in qualche accademia esclusiva, ma gente di tutti i giorni che ha deciso d’imbracciare un fucile per garantire la nostra libertà. Tra questi un ragazzo di poco più di trent’anni, fiorentino, cuoco di professione che ha abbandonato pentole e manicaretti per rincorrere un ideale.

La vita non ha prezzo, recita un adagio. Ma neppure la libertà può mai esser valutata. Neppure l’ingiustizia, la minaccia, la prevaricazione, l’ottusa ignoranza dei prepotenti. Lorenzo ha detto a sua madre poche ore prima di morire: "Qui c’è bisogno di me". Ma non solo tra le strade polverose della Siria in guerra. C’è bisogno di persone innamorate della libertà ovunque. Uomini coraggiosi che rifuggano l’ingiustizia, pronti ad accorrere dove la minaccia violi i più elementari diritti. Lorenzo è morto inseguendo un sogno e per consentire ai nostri sogni di continuare a volare.

i pare poco? Lo ha fatto in silenzio perché gli eroi fanno poco rumore e si aggirano quasi timidi tra i tentacoli del male che cercano di combattere. Talmente silenzioso che persino i suoi cari hanno appreso la notizia dai telegiornali. 

"Ti faccio vedere come muore un italiano", disse anni fa Fabrizio Quattrocchi, mentre un terrorista lo stava per assassinare. Gli italiani muoiono aggrappati a bandiere senza colori, se non quelli del rispetto, della libertà e della giustizia. Lorenzo Orsetti è caduto sotto al fuoco di un nemico lontano dalle nostre città indaffarate, ma talmente presente da minacciare la nostra esistenza. Era un rischio che Lorenzo temeva al punto di sacrificare la sua giovane vita per garantirci libertà.