L'Europa è sola. Ora serve un esercito Ue

La lezione afghana

L'Italia sta uscendo bene dall’ultima fase del disastro afghano. Una settimana fa erano quattromila gli afghani che si erano messi in lista per venire in Italia. Farnesina e Viminale li avevano distinti in tre categorie a seconda del livello di collaborazione prestata. Non eravamo affatto sicuri di poterli far partire tutti. Ce l’abbiamo fatta per un eccellente coordinamento politicodiplomatico- militare. Il giovane e bravissimo console Tommaso Claudi è soltanto la punta di un iceberg che ha funzionato perfettamente: per una volta, e nelle circostanze più difficili, l’Italia è riuscita a fare squadra sul serio. Negli ultimi giorni la fila degli aspiranti si è allungata e molti resteranno nell’inferno di Kabul.

Ma il debito principale l’abbiamo saldato sul campo e finiremo di saldarlo solo quando agli afghani arrivati in Italia sarà garantita dignità di vita e di lavoro. Non dovrebbe essere difficile perché tutti i collaboratori degli occidentali sono ai diversi livelli una élite: quella che i nuovi talebani hanno detto apertamente di non voler perdere perché a loro indispensabile. L’aeroporto di Kabul è il nuovo Muro di Berlino. Se non si chiudesse, l’Afghanistan di oggi – come l’Est europeo di ieri – si svuoterebbe in modo drammatico. Gli analisti cercano di interpretare i segnali che emergono dagli orrendi attentati. Le connessioni tra vecchio e nuovo regime afghano, Stati Uniti, Isis, Al Quaeda, Pakistan, Cina, Russia... Disegni indecifrabili per noi profani. Una cosa è certa. L’Occidente ha fallito e gli Stati Uniti hanno fallito più di tutti, sfregiando – col silenzio su un ritiro improvviso e pasticciato – alleati che hanno dato in vent’anni alla causa democratica un forte contributo in vite umane e in denaro. Dall’alto dei suoi 98 anni, Henry Kissinger – l’uomo che conosce il mondo meglio di ogni altro – sostiene che l’America ha perso perché non ha saputo coniugare obiettivi militari e strategie politiche. Aggiunge tuttavia che essa non può sottrarsi al suo ruolo di attore chiave nell’ordinamento internazionale. E’ difficile mettere d’accordo quest’ultima affermazione con quanto sostenuto da Jack Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale di Biden: "La politica estera del presidente è fatta per la classe media americana". Quella classe media non avrebbe autorizzato l’intervento americano nella seconda guerra mondiale se non fosse rimasta inorridita dall’attacco giapponese a Pearl Harbour. Era piuttosto indifferente all’idea di un’Europa nazista. L’Europa, dunque, è sempre più piccola in un mondo sempre più grande e minaccioso. Ha urgente bisogno di un esercito europeo: lo sognarono De Gasperi ed Adenauer, dopo essere stati salvati dagli Usa. Nel ’54 lo affossò De Gaulle, ma Macron ha capito l’errore…