Martedì 23 Aprile 2024

La verità scomoda

Otello Montanari (Artioli)

Otello Montanari (Artioli)

Può darsi che indirettamente al «miracolo» di domenica scorsa abbia contribuito anche Otello Montanari, combattente con il mitra in mano durante la guerra civile e con il coraggio di denunciare le atrocità della guerra partigiana a prima Repubblica inoltrata. Meris, la figlia del partigiano Giuseppe Corghi, comandante del battaglione Frittelli, ha abbracciato e baciato, piangendo, la sorella del seminarista Rolando Rivi nella chiesa gremita di gente e dinanzi al vescovo Massimo Camisasca, che ha favorito la riconciliazione. Una delle tante ferite del Dopoguerra rimarginata senza il filtro della politica. Con la sola umanità.

Una rilettura morale ancora difficile da certificare oggi in Italia e soprattutto a Reggio Emilia, teatro di feroci vendette dei partigiani rossi. E decenni dopo incubatrice delle Brigate rosse. Nella contabilità delle uccisioni finirono molte persone che nulla avevano a che fare con il nazifascismo. Ci rimisero la pelle anche nove preti, che certo non giurarono fedeltà alla Rsi. Fino al pronunciamento della frase di Montanari, chi sa parli, la storiografia ufficiale e la chiusura dell’ex Pci hanno sempre impedito di rileggere con maggiore serenità la guerra civile. Le atrocità furono abbondanti dalla parte dei nazifascisti, ma ci furono anche nelle fila dei partigiani rossi che continuarono a regolare i conti fino al 1948. La storiografia ufficiale ha sempre fatto una gran fatica a confermare questa verità. Otello Montanari, in fondo, fu l’uomo della svolta. Raccontò l’odio, la paura, l’utopia, ma anche fatti nuovi che molti conoscevano, coperti da un patto di omertà. Le parole del partigiano Otello consentirono di riaprire diversi processi, compreso quello dell’omicidio di don Umberto Pessina. «Non ho scritto nulla di nuovo, ho solo messo insieme i pezzi...», disse all’epoca dello «scandalo» che gli costò l’espulsione dall’Anpi.

Fu riabilitato nel tempo anche grazie ad esponenenti comunisti come Antonello Trombadori o Piero Fassino. Negli anni successivi seguì un dibattito storico culturale di rilettura della guerra partigiana a cui ha contribuito con i suoi libri «revisionisti» Gianpaolo Pansa. E pure lui, come Otello Montanari, fu insultato. La verità non sta mai tutta da una parte e ai vinti, si sa, vengono addebitati tutti i torti. Gli ultimi protagonisti di quel periodo di sangue e violenza stanno scomparendo per limiti di età. L’onestà del partigiano Otello e il bacio di Meris non cadranno nel nulla. Il tempo che verrà, prima o poi, porterà nella storia d’Italia la prima notte di quiete.