L’allarme è giusto, l'allarmismo no

Il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas di Milano, è uno dei maggiori immunologi del mondo. L’altra sera a ‘Porta a porta’ ha detto: "Sono stato con mia moglie a cinema e in pizzeria. Che tristezza vederli deserti". Mantovani è molto prudente, ma ha condiviso apertamente il mio invito a fare una vita il più possibile normale seguendo le tre raccomandazioni: mascherina, distanza, mani lavate. Gli allarmi sono giusti, visto che ieri è stato superato il tetto dei diecimila casi (di cui quasi un quarto in Lombardia) sia pure con un numero più ridotto di morti. Ma il delirio di allarmismo rischia di inginocchiare il Paese senza che ve siano i presupposti.

Bollettino Covid Italia del 17 ottobre

Il governatore della Campania De Luca, dopo aver chiuso le scuole e i ristoranti dalle 22, minaccia il coprifuoco globale dalla mezzanotte. Lo fa perché l’impianto sanitario della Campania, come di altre regioni del Sud, è molto fragile e non è stato fatto molto per potenziarlo in quello che Mantovani chiama l’intervallo tra il primo e il secondo tempo dell’epidemia, tra maggio e settembre. Questa grave disattenzione riguarda per la verità tutto il Paese, anche se è incomprensibile l’allarme generale visto che in Italia sono occupati meno del dieci per cento dei posti in terapia intensiva e in Campania meno del 20. Circa 600 letti in Italia contro gli oltre 4000 di marzo. Nonostante i tamponi oggi siano sei volte superiori a quelli di allora, i positivi sono uno su venti: in primavera erano uno su quattro. Si aggiunga che oggi la gran parte dei contagiati sono asintomatici e si curano in casa. Chiudere alle 22 bar e ristoranti è una sciocchezza, visto che già la chiusura a mezzanotte costa 300 milioni al mese. A meno che non si riconosca che è una sciocchezza resa indispensabile dalla mancanza di controlli. Ciascuno di noi è testimone di violazioni su distanze e assembramenti. Ma dove sono i geniali strateghi che in primavera inseguivano con i droni su spiagge deserte il bagnante abusivo e il solitario runner che correva sulla battigia? Purtroppo ristoranti e alberghi sono la categoria più penalizzata che stava faticosamente (e parzialmente) riemergendo dalla batosta primaverile e rischia un ko irreversibile. Chiudere le scuole è una lesione classista al diritto allo studio. Chi abita in una casa confortevole e dispone di un computer può fare agevolmente lezioni a distanza. Chi condivide 50 metri quadrati di casa con più persone o non ha un computer aggrava la distanza educativa già accumulata in primavera. Il vero investimento che andrebbe fatto è sui trasporti. Ma durante l’intervallo, come lo chiama Mantovani, non è avvenuto nulla. Si può provvedere al noleggio di mezzi privati in emergenza? A debito, ma sarebbe un debito santo…