Venerdì 19 Aprile 2024

Juve-Ajax, generazione di fenomeni

Guidati da un figlioccio di Cruijff e fratellino di pallone di Pep Guardiola, i lanceri hanno eliminato una Juve che raramente abbiamo visto così spaurita e spaesata

L'esultanza dei giocatori dell'Ajax (Ansa)

L'esultanza dei giocatori dell'Ajax (Ansa)

Roma, 17 aprile 2019 - Per Battere un Fenomeno ci voleva una Generazione di Fenomeni. E bisogna riconoscere che questi qui, che alla cintola hanno attaccato gli scalpi di Real Madrid e Juventus e non hanno piegato la schiena contro il Bayern, questo sono. Una Generazione di Fenomeni guidati da un figlioccio di Cruijff e fratellino di pallone di Pep Guardiola.  Se nel primo tempo la Juve ha illuso di potersi arrampicare lassù, dove osano le spagnole e pochi altri, nella ripresa la partita è stata tremenda, lacerante, addirittura umiliante. Il carosello piranhesco con il quale gli Oranje hanno affondato le zanne nell’ambizione juventina è stato definitivo e impietoso. Raramente abbiamo visto la Juve così spaurita e spaesata. Raramente abbiamo visto Max così in scacco, se non in quelle finali troppo grandi per lui e per la Juve. Eppure CR7 l’aveva sbloccata in quella porta magica sotto la Nord dove fin qui ha affrescato meraviglie, dalla rovesciata da ’nemico’ blanco, ai due gol a quel gran simpaticone del Cholo Simeone. 

Quel gol lì, ancora una volta di testa, con i due olandesi che si scontrano nel traffico è il gol della Grande Illusione. Gli Oranje che cadono a terra goffi e Ronaldo che sbuca come una scimitarra e la mette dentro. Pare la metafora di una notte di gloria, lo spot di un trionfo annunciato, con CR7 che s’impenna e lo Stadium che viene giù. E invece. E invece è il crollo di una campagna d’Europa che finisce malissimo, davanti al mondo juventino che fa fatica a capire cosa sia successo e come sia potuto succedere. Alla fine e aldilà di sentenze tattiche la Juve – come il Real e ancor prima il Bayern – ha incrociato una squadra più forte, che se ci crede fino in fondo e continua a viverla con questa straordinaria leggerezza, la Champions la può vincere davvero. Una favola, la loro. Un incubo per la Juve e una stagione che a questo punto si colora di grigio intenso. E comunque questo Ajax ti rapisce e ti porta in un mondo nuovo a forma di pallone. Ma che belli sono? E per loro e ten Hag, l’uomo che ha una sola espressioni ma mille idee pallonare, Max ha coniato un brand a tutto marketing – "Una squadra di giovani con un gioco d’adulti» – non possono non piacere a chi va matto per il pallone. Eppoi viva la tranquillità con cui approcciano al calcio, senza segreti nevrosi e manie di persecuzione. Il loro mondo è una piramide di vetro al punto che gli allenamenti allo Stadium della vigilia ma sì dai, a porte aperte, mica comegli italiani che s’allenano nelle fortezze inespugnabili e blindatissime.Per la Juve questo era l’esame definitivo. Perchè se riesci a tenere testa agli straordinari ricami degli spadaccini Oranje, dopo aver fatto a colpi di mazza ferrata con i Cholisti professionisti, beh allora sì che sei in paradiso. E invece è l’inferno.